Nessun problema di ambientamento?
—“La lingua... Ero solo io, unico straniero, con attorno 20 italiani. Oggi, purtroppo, succede il contrario. Per i primi 6 mesi il mio amico Nello Di Martino, una leggenda dell’Hertha Berlino, mi fece da interprete, ma poi ho cominciato a capire l’italiano da solo. Il mio professore era anche il mio compagno di stanza: Lele Oriali. Strano che adesso sia al Napoli, ma resta un grande”.
Cosa le rimane di quegli anni nerazzurri?
—“Nella prima stagione l’ossessione per la Coppa Campioni era enorme. Ci fermammo in semifinale contro il Real Madrid, presi un palo di testa: se fosse entrata, magari... Ricordo che Camacho mi seguiva anche in bagno, altro che marcatura all’italiana! L’anno dopo arrivò la gioia del primo trofeo, la Coppa Italia, ma a fine partita Mazzola mi disse che mi avrebbero venduto: volevano iniziare un progetto come Hansi Müller come straniero”.
(Gazzetta dello Sport)
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