Luis Enrique è un allenatore che lavora tantissimo sul campo e con ogni giocatore. Si è addirittura scusato per non averti portato al Mondiale in Qatar. In cosa ti ha migliorato?
“Abbiamo un bel rapporto, lo conosco dai tempi della nazionale, è stato lui il primo a convocarmi. Si sa, è ‘matto’ per il calcio, lavora tantissimo su ognuno di noi per migliorarci prima come calciatori e poi come persone. Gli piace tenere il possesso della palla, che per il mio modo di intendere il calcio è un vantaggio, perché mi fa sentire a mio agio. E poi tanto pressing, da parte di tutta la squadra. Chi non corre non può giocare con Luis Enrique. Siamo cresciuti molto nel corso della stagione: all’inizio abbiamo faticato ad adattarci al suo stile, piano piano abbiamo capito il gioco che ci stava chiedendo e i risultati sono arrivati”.
L’Inter, vostra avversaria in Champions, è coinvolta anche nella lotta scudetto contro il Napoli, il tuo passato. È vero che segui le partite con Kvaratskhelia e fate il tifo insieme?
“Da quando sono andato via mi porto Napoli nel cuore. Ho passato quattro anni bellissimi lì, ho un grande rapporto con tutti i tifosi, con i giocatori che ci sono ancora e con tutti gli amici che mi sono fatto nel tempo. Tifo sempre per il Napoli e sì, quando posso seguo le partite con Kvara. Auguro a tutti di poter vincere l’ultima in casa e di conquistare ancora lo scudetto. Se lo meritano”.
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