E in questa storia, che peso ha avuto San Siro?
«Lo stadio tutto, anche in serate meno roboanti di questa: il calcio esiste perché ci sono tifosi che vibrano, come a San Siro. Il mio compito è trasmettere questa vibrazione».
Questa partita dove sta nella sua geografia del cuore?
«Assieme alle altre due che mi hanno dato più emozioni, lo scudetto della Roma seguito a bordo campo e l’Europeo vinto nel 2021».
Un’immagine che si porta dietro della partita?
«Lautaro che scatta per evitare che i suoi compagni litighino con l’arbitro: in questa Inter vedo l’anima grande del suo capitano, un’orma che protegge come un tempo Zanetti».
E dalla finale col Psg cosa si aspetta?
«Sarà il regno dell’incertezza, a Monaco il giudizio universale in cui tutto quello che fai è quello che sei. Non ci si può nascondere e l’Inter lo sa».
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