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Repice: “Gol Acerbi? Lì capisci che è storia. Ora l’Inter non si può nascondere, Lautaro…”

Andrea Della Sala Redattore 
Il radiocronista, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha commentato le grandi emozioni vissute nella semifinale tra Inter e Barça

Il radiocronista di Radio 1 Francesco Repice, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha commentato le grandi emozioni vissute nella semifinale tra Inter e Barça:

Repice, quando si è accorto che nell’aria c’era qualcosa di speciale?

«Quando il campo ha preso la direzione dell’imprevisto e poi, davanti agli occhi, riprendeva forma quella notte eroica del 1970, il 4-3 caro a tutti noi italiani. Stavolta non ha segnato Burgnich, ma Acerbi, un difensore che fa il centravanti, un mancino che colpisce di destro. Ti fermi e pensi: “Ma che succede? Lì capisci che è storia. E i social aiutano a farla diventare virale».

E in questa storia, che peso ha avuto San Siro?

«Lo stadio tutto, anche in serate meno roboanti di questa: il calcio esiste perché ci sono tifosi che vibrano, come a San Siro. Il mio compito è trasmettere questa vibrazione».

Questa partita dove sta nella sua geografia del cuore?

«Assieme alle altre due che mi hanno dato più emozioni, lo scudetto della Roma seguito a bordo campo e l’Europeo vinto nel 2021».


Un’immagine che si porta dietro della partita?

«Lautaro che scatta per evitare che i suoi compagni litighino con l’arbitro: in questa Inter vedo l’anima grande del suo capitano, un’orma che protegge come un tempo Zanetti».

E dalla finale col Psg cosa si aspetta?

«Sarà il regno dell’incertezza, a Monaco il giudizio universale in cui tutto quello che fai è quello che sei. Non ci si può nascondere e l’Inter lo sa».