Il radiocronista, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha commentato le grandi emozioni vissute nella semifinale tra Inter e Barça
Il radiocronista di Radio 1 Francesco Repice, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha commentato le grandi emozioni vissute nella semifinale tra Inter e Barça:
Repice, quando si è accorto che nell’aria c’era qualcosa di speciale?
«Quando il campo ha preso la direzione dell’imprevisto e poi, davanti agli occhi, riprendeva forma quella notte eroica del 1970, il 4-3 caro a tutti noi italiani. Stavolta non ha segnato Burgnich, ma Acerbi, un difensore che fa il centravanti, un mancino che colpisce di destro. Ti fermi e pensi: “Ma che succede? Lì capisci che è storia. E i social aiutano a farla diventare virale».
E in questa storia, che peso ha avuto San Siro?
«Lo stadio tutto, anche in serate meno roboanti di questa: il calcio esiste perché ci sono tifosi che vibrano, come a San Siro. Il mio compito è trasmettere questa vibrazione».
Questa partita dove sta nella sua geografia del cuore?
«Assieme alle altre due che mi hanno dato più emozioni, lo scudetto della Roma seguito a bordo campo e l’Europeo vinto nel 2021».