Come vede allora questa sfida contro l’Inter?
«Equilibrata, appassionante, imprevedibile. Bella da vedere perché sono due giganti, anche se, purtroppo, ci sono tante assenze dalla parte tedesca. In queste sfide bisogna essere oltre il 100%, nel fisico ma soprattutto nella testa. Il Bayern è sempre il Bayern, ma l’Inter è alla stessa altezza per solidità e organizzazione: anche lei può pensare davvero di vincere questa Coppa».
Il segreto di questa Inter si chiama Simone Inzaghi?
«Simone ha costruito un giocattolo molto bello, le sue squadre hanno una precisa identità: a me piacciono le persone che si mettono in gioco come lui. E come suo fratello Pippo. Per un breve tratto, a Salerno, ho fatto il suo collaboratore tecnico e ci siamo capiti al volo: con i campioni funziona così, non servono troppe parole».
L’ha colpita la crescita del figlio del suo ex compagno Thuram?
«Basta parlare per qualche minuto con Lilian e capisci perché Marcus sia venuto su così bene. Si comprende quale mentalità ci sia in quella famiglia. Thuram sa che non esistono scorciatoie, che bisogna fare i passaggi necessari di crescita: lui li sta facendo tutti. È un piacere vederlo correre e vedere anche il feeling con Lautaro».
Lei a chi preferirebbe fare un assist, a Lautaro o a Kane?
«Non ho preferenze perché ti risolvono entrambi i problemi: poche chiacchiere e tanti fatti».
E tra la ThuLa e Ribery-Robben, la coppia più decisiva?
«Adoro gli attaccanti dell’Inter, si capisce che sono amici come me e Arjen ma noi, oltre a giocare in ruoli diversi, siamo stati al top per 10 anni: la coppia Ribery-Robben ha fatto la storia del calcio, non solo quella del Bayern».
© RIPRODUZIONE RISERVATA