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Rosetti: “Dico no al VAR a chiamata, ecco perché. E sul tempo effettivo…”

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Tra la possibilità dell'introduzione del VAR a chiamata e quella del tempo effettivo, Roberto Rosetti ha parlato così
Marco Macca Redattore 

Tra la possibilità dell'introduzione del VAR a chiamata e quella del tempo effettivo, Roberto Rosetti, a capo della divisione arbitrale della Uefa, ha parlato così in un'intervista a La Stampa:

Rosetti: “Dico no al VAR a chiamata, ecco perché. E sul tempo effettivo…”- immagine 2

Var sì, Var no. Var e basta...

—  

«Spegnere la Var è impensabile».

Eppure...

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«Immaginiamoci cosa sarebbe il calcio se cancellassimo tutto quello che è stato fatto negli ultimi anni. Il caos».

Var sì, Var no, Var e basta e, forse, a chiamata.

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«Il gioco del calcio è sacro, fluidità, ritmo, vive di dinamiche e imprevedibilità, di interpretazioni soggettive delle regole. Nelle Competizioni europee abbiamo un intervento Var ogni tre partite, ogni possibile situazione arbitrale viene analizzata (quest'anno in 660 partite con il Var, 3020 check, 214 interventi Var). Vi faccio una domanda: se agli allenatori o ai capitani venisse concessa la possibilità di chiamare l'intervento Var due volte a partita, siamo sicuri che la fluidità del gioco stesso non verrebbe intaccata? E se ci fosse un errore evidente a challenge terminati?».


Rosetti: “Dico no al VAR a chiamata, ecco perché. E sul tempo effettivo…”- immagine 3

Tradotto: se ne potrebbe fare un uso "tattico". Giusto?

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«Potrebbe accadere, per spezzare l'inerzia di una gara e il ritmo dell'avversario o altro. Potrebbe generare più equivoci che chiarezza».

Cosa pensa del tempo effettivo?

—  

«Su questo aspetto credo che siamo lontani da una possibile introduzione: il tempo effettivo non si sposa con i tempi del calcio».

(Fonte: La Stampa)