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Sacchi: “Con Lookman Inter più vicina al Napoli. Chivu? Non basta quello che ha fatto a Parma”

Andrea Della Sala Redattore 
L'ex ct, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato della griglia di partenza della Serie A dopo il mercato estivo

L'ex ct Arrigo Sacchi, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato della griglia di partenza della Serie A dopo il mercato estivo:

«Continuo a considerare il Napoli favorito per la lotta al titolo, e lo dico perché tengo conto di una serie di fattori. Prima di tutto, la conferma di Antonio Conte in panchina, e poi il rafforzamento della squadra con l’arrivo di elementi del calibro di De Bruyne, di Beukema, di Noa Lang. Il Napoli, per me, è davanti. L’Inter, se prenderà Lookman, potrà avvicinarsi e ingaggiare un duello che risulterà spettacolare».

Con un attaccante così i nerazzurri fanno un salto di qualità. È d’accordo?

«Le sue doti tecniche e atletiche sono fuori discussione. Lo ha dimostrato con l’Atalanta. Però ricordo a tutti che il calcio è uno sport dove si gioca in undici e non si può ragionare individualmente. Se va bene Lookman, ma vanno male gli altri dieci, che cosa succede? Dunque, diciamo che l’Inter, se vuole essere competitiva sia in campionato sia in Champions League, dovrà alzare il livello del gioco».

C’è un nuovo allenatore: Chivu al posto di Simone Inzaghi. Che ne pensa?

«Ho apprezzato Chivu per quello che ha fatto a Parma, una squadra a me particolarmente cara. L’ha salvata riuscendo a dare in poco tempo un’identità precisa: organizzazione, grinta, spirito di sacrificio e grande abilità in fase difensiva. Ma all’Inter sarà un’altra storia».


In che senso?

«I nerazzurri dovranno spesso condurre il gioco, dovranno prendere possesso del campo, dovranno dominare l’avversario e non agire soltanto in contropiede. Quindi sarà necessario che Chivu modifichi qualcosa rispetto a ciò che abbiamo visto a Parma».

Lookman può essere l’elemento in grado di fare la differenza. È d’accordo?

«Sì, a patto che s’inserisca subito bene e si integri alla perfezione con il gruppo. È un formidabile velocista e va sfruttato per questa caratteristica».

È possibile ipotizzare un tridente con Lautaro e Thuram?

«Tutto è ipotizzabile, se tutti si sacrificano in nome del collettivo. Nel mio Milan giocavano assieme Gullit, Van Basten, Rijkaard, Donadoni e compagnia bella... L’importante è che Chivu disegni una strategia e che i suoi giocatori lo seguano, senza abbattersi alle prime difficoltà. Per mettere in campo il terzetto, però, bisogna che gli attaccanti lavorino molto in fase di pressing, altrimenti la squadra soffrirà».

Nel reparto offensivo, comunque, i nerazzurri sembrano migliorati. Bonny e Lookman al posto di Arnautovic e Taremi.

«C’è un salto in avanti, questo è sicuro. Sono curioso di vedere all’opera Bonny, che a Parma ha fatto molto bene. È un attaccante molto particolare: altruista, gran lavoratore, deve migliorare sotto porta. Per adesso, però, lo considero un ricambio, non certo un potenziale titolare. Ripeto: vediamo quali saranno le idee di Chivu e poi giudichiamo».

C’è anche da sistemare qualcosa nello spogliatoio, non crede?

«Lì si fa alla svelta. Mi pare che Lautaro e Calhanoglu si siano già chiariti. Quello che conta è la disponibilità che i due mettono al servizio della squadra. L’Inter ha giocatori molto esperti e una società solida alle spalle. Non penso che i problemi ambientali possano condizionare il percorso».

Però c’è sempre il gap da colmare con il Napoli. Giusto?

«Proprio così, e l’Inter può farlo soltanto se metabolizza davvero la sconfitta nella finale di Champions League contro il Psg e le successive polemiche, se azzera tutto e se riparte a mille all’ora. Allora sì che può diventare la vera antagonista del Napoli. L’aspetto psicologico risulta spesso determinante. Chivu ha il compito di creare un gruppo unito dove non ci sono egoismi e le qualità individuali sono al servizio del collettivo. Mi sento di poter dire, considerato anche l’addio di Simone Inzaghi, che l’Inter abbia chiuso un ciclo e adesso sia all’anno zero. Diamo a Chivu il tempo per costruire e per mettere in pratica le sue idee, e non chiediamogli subito la luna».