E il Barcellona è uscito con tutta la sua classe.
"È una squadra di ragazzini, non dobbiamo dimenticarlo. Loro sì che puntano sui giovani. Nella seconda parte di gara hanno messo l’Inter alle corde, e badate che l’Inter è un gruppo esperto. Prima il gol del’1-2, poi il pari, quindi il 3-2. E a quel punto, dico la verità, ero convinto che la partita fosse chiusa".
Non credeva nella rimonta dell’Inter?
"Sono sincero, li vedevo molto stanchi. Non riuscivano più a ripartire, erano schiacciati là dietro e pareva non avessero energie per rispondere".
Poi, dopo che Yamal ha sfiorato il colpo del ko calciando sul palo, ecco il timbro di Acerbi.
"Semplicemente magnifico. Un’azione costruita con i nervi, con la forza della disperazione. Ma noi italiani siamo bravissimi quando il momento è difficile. È proprio in quell’istante che le squadre italiane, e l’Inter ne è uno stupendo esempio, saltano fuori e dimostrano grinta, carattere, determinazione, coraggio. Il gol di Acerbi è il premio alla volontà di una squadra che ha lottato, si è impegnata, non ha concesso un metro a un avversario tra i più forti, se non il più forte, in Europa".
A tratti, per contenuti tecnici e tattici, è sembrata una partita d’altri tempi. È d’accordo?
"Sottoscrivo. A un certo punto sono saltate completamente le marcature e, in particolare dopo il gol di Frattesi nel primo tempo supplementare, è stata battaglia in campo aperto. Il Barcellona ha messo dentro tutti gli attaccanti che aveva, l’Inter ha cercato di resistere in ogni modo, ha stretto i denti, ha sofferto. A me questo spirito mi ha commosso, lo ammetto. Quando vedo giocatori che danno tutto, che dimostrano di voler raggiungere l’obiettivo con tutte le loro forze non si può che applaudirli e inchinarsi. Poi ragioneremo sui contenuti tecnici e tattici, ci sarà tempo. E, sia ben chiaro, mi riferisco ai giocatori nerazzurri, ma anche al Barcellona. È stato uno spettacolo degno di una semifinale europea".
Chi l’ha impressionata più degli altri?
"Dico Lautaro per l’Inter. Perché non era in perfette condizioni fisiche, veniva da un infortunio all’andata, ma si è comportato da autentico capitano. Ha recuperato, anche se non perfettamente, è andato in campo, ha segnato, ha dato l’esempio ai compagni. Questo deve fare un capitano".
E del Barcellona è facile citare Lamine Yamal.
"Davvero impressionante. Ricordiamoci sempre che non è ancora maggiorenne, questo ragazzo può farci divertire per tantissimi anni e gli amanti del calcio non possono che ammirare il suo talento. Nessuno è riuscito a fermarlo, ha il pallone incollato al piede. Di un altro pianeta. E ho ancora negli occhi il volo del portiere Sommer sul tentativo di Yamal nel secondo supplementare. Aveva calciato benissimo, sull’angolo lontano: classe pura".
Considerate le due sfide, il risultato è giusto?
"L’Inter ha giocato con personalità a Barcellona e a San Siro. Ha dimostrato di essere al livello delle grandi d’Europa e ha meritato. Il gioco del Barcellona ti resta negli occhi, ma pure la grinta e le ripartenze dell’Inter sono qualità belle da vedere".
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