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E a centrocampo che sfida s’immagina?
«Grande lotta sulle fasce laterali, che sono sfruttate da entrambe. E poi, in mezzo, la coppia Ederson-De Roon che cercherà di bloccare le mezzali interiste, bravissime negli inserimenti e nella gestione della manovra. La squadra di Inzaghi mi piace perché sembra una fisarmonica: si apre e si chiude, si allunga e si accorcia rimanendo sempre con le distanze giuste tra i reparti».
L’Atalanta come cercherà di scardinare la retroguardia di Inzaghi?
«Gasperini è un maestro, avrà studiato ogni mossa. Credo che la chiave possa essere l’aggressione in zona avanzata, in modo da non concedere agli avversari il palleggio dal basso. I tre attaccanti dell’Atalanta dovranno dimostrare un notevole spirito di sacrificio, coprire, aiutare, rientrare per offrirsi ai disimpegni dei centrocampisti. Ma De Ketelaere, Retegui e Lookman, se Gasp sceglierà questi tre, sanno bene quello che devono fare».
Come si dovranno muovere Lautaro e Thuram per mettere in crisi la difesa dell’Atalanta?
«Innanzitutto dovranno muoversi, cosa che non sempre vedo fare agli attaccanti delle squadre italiane. Se stai fermo, sei un obiettivo più facile da fermare... Lautaro e Thuram sono una coppia moderna: si integrano perfettamente e, soprattutto, giocano con la squadra e per la squadra. Dialogano moltissimo con i centrocampisti e con gli esterni, e questo aspetto può creare qualche disturbo alla retroguardia di Gasp».
Ha previsto che ci sarà spettacolo. Se la sente anche di dire come andrà a finire?
«Impossibile, è una sfida apertissima. L’Atalanta, che è un modello per tutti i club italiani, ha una città intera che la spinge e questo può risultare determinante. L’Inter ha l’esperienza e la storia: non sono cose da poco».
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