Particolare di non poco conto, sabato c’è la supersfida tra Napoli e Inter, e dunque l’Atalanta può guadagnare terreno.
«L’Atalanta è a tre punti dalla capolista Inter, non certo un’enormità. Quindi ritengo che tutto sia possibile. Sabato c’è il duello di Napoli e l’Atalanta è impegnata in casa contro il Venezia... I bergamaschi ce la possono fare per varie ragioni».
Ce le può elencare?
«Sono quattro. A Bergamo c’è un club solido, ci sono dirigenti competenti che sanno proteggere l’ambiente e aiutare allenatore e giocatori. E questa è la prima ragione che fa dell’Atalanta una squadra modello. La seconda ragione: l’allenatore è bravo e sceglie i calciatori con cui deve lavorare. Terzo motivo: a Bergamo ci sono persone affidabili, che non tradiscono nel momento del bisogno. Quarto motivo, ma non certo ultimo: il gioco. L’Atalanta è una squadra compatta, che si muove in modo armonioso sul campo. Attaccano in undici e difendono in undici. Questo stile mi piace e mi auguro che Gasperini, autentico maestro, continui la sua opera straordinaria a Bergamo. L’Atalanta è un esempio per tutta l’Europa».
L’Inter e il Napoli, però, sono davanti e hanno più esperienza di lotta al vertice.
«L’Inter, l’ho detto in tempi non sospetti, è la squadra più attrezzata per vincere, ma questo non significa che vincerà. Ha organizzazione, ha esperienza, e ha anche speso tanto sul mercato. L’impegno in Champions, tuttavia, può essere una distrazione e può sottrarre energie fisiche e psicologiche».
E il Napoli?
«Vediamo che cosa combina sabato contro i nerazzurri. A Como ha preso una brutta botta e mi dispiace perché Conte e i suoi ragazzi avevano fatto una vera impresa a stare lì davanti. Ora Antonio dovrà ritrovare quella brillantezza di gioco che lo ha portato al vertice. Ce la può fare, ma in questo momento noto una flessione».
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