FC Inter 1908
I migliori video scelti dal nostro canale

news

Sacchi: “Mondiale per Club? Non vorrei essere nei panni di Inter e Juve! Ecco perché”

Sacchi: “Mondiale per Club? Non vorrei essere nei panni di Inter e Juve! Ecco perché” - immagine 1
Arrigo Sacchi, ex allenatore, ha concesso un'intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole verso il Mondiale per Club
Marco Astori Redattore 

Arrigo Sacchi, ex allenatore, ha concesso un'intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole verso il Mondiale per Club negli USA dopo la sua esperienza ai Mondiali nel 1994: «Temperature infernali. E non c’era pace nemmeno di notte, perché l’afa non calava e bisognava tenere accesi i condizionatori nelle camere. Solo che, se dormi con il condizionatore acceso, i muscoli non ti ringraziano... Insomma, fu davvero un mese infuocato. In tutti i sensi».

L’Italia era di stanza sulla costa est. Ritiro nel New Jersey, alla Pingry School. Ricorda?

«Se mi nomina ancora quei posti, mi vengono subito i calori... Avevo detto che la costa est non era adatta per la preparazione del Mondiale e un anno prima, dopo un lungo sopralluogo, scrissi una relazione per i dirigenti della Federcalcio».


Sacchi: “Mondiale per Club? Non vorrei essere nei panni di Inter e Juve! Ecco perché”- immagine 2

Che cosa le risposero?

«Mi dissero che l’Italia doveva giocare a est, tra New York, Washington e Boston, perché lì c’era la più alta concentrazione di immigrati e avremmo avuto tantissimo supporto da parte del pubblico. Sapete come andò a finire? Che alla prima partita, al Giants Stadium di New York, contro l’Irlanda i nostri tifosi non erano neanche la metà rispetto agli irlandesi».

Sono passati più di trent’anni, magari oggi il Mondiale per Club dal punto di vista climatico sarà migliore.

«Mah... Ho qualche dubbio. Intanto il clima è peggiorato, in quest’ultimo periodo e questo mi sembra un dato di fatto su cui nessuno può discutere. Inoltre le squadre sono costrette a tantissimi viaggi, il che significa che non potranno allenarsi con regolarità.

Un giorno sono a Miami e il giorno dopo devono volare in California. Io credo che i giocatori, dal punto di vista atletico, saranno parecchio stressati. Se ricordo com’erano messi i miei ragazzi...».

Ci racconti.

«Alla fine del primo tempo di ogni partita, regolarmente giocata sotto il sole perché si doveva scendere in campo nel primo pomeriggio americano per consentire la visione nella tarda serata europea, avevo almeno quattro o cinque ragazzi che mi chiedevano la sostituzione. Non ce la facevano proprio a stare in piedi. E io, allenatore di quella squadra, che cosa potevo dire loro? Cercavo di rincuorarli, chiedevo di stringere i denti, di soffrire, ma mi rendevo conto che tutti stavano andando ben oltre i loro limiti fisici. E non dimentichiamo che non potevo fare cinque sostituzioni come oggi».

Il segreto per affrontare un torneo come il Mondiale per Club?

«L’organizzazione è fondamentale. L’aspetto logistico diventa importantissimo. Pensate che cosa significa per un atleta poter riposare dopo una sforzo prolungato. Noi, questa possibilità, non l’abbiamo avuta. E mi dispiace moltissimo, perché sono convinto che se non fossimo stati inseriti nel girone della costa est, ma in quello della costa ovest come io avevo suggerito, probabilmente quel Mondiale lo avremmo vinto. Siamo arrivati secondi dietro al Brasile, e la finale l’abbiamo persa ai calci di rigore. Non dimentichiamolo mai».

Non fu una Nazionale spettacolare, però.

«E come si può fare spettacolo a quelle temperature? Comunque mi sembra che alcune belle giocate si siano viste e, lo ripeto per la millesima volta, ai miei ragazzi posso soltanto dire grazie. Negli spogliatoi, subito dopo la premiazione, qualcuno piangeva per la sconfitta. Io mi misi in mezzo allo stanzone e dissi: “Voi avete date l’anima e per me siete degli eroi! Quando uno dà tutto quello che ha non ha nulla da rimproverarsi”. Di più non potevo chiedere. Ma sapete che cosa mi dissero i massaggiatori prima della finale?».

Sacchi: “Mondiale per Club? Non vorrei essere nei panni di Inter e Juve! Ecco perché”- immagine 3

No, ci dica.

«Io chiesi come stavano alcuni giocatori, magari si potevano fare dei massaggi... I medici e i massaggiatori mi risposero: “Arrigo, non c’è nulla da massaggiare. Non hanno più muscoli”. Ecco il risultato della permanenza sulla costa est, a più trentacinque gradi, con le notti tropicali e neanche un filo d’aria. Ma lo sapete che io, la sera, non riuscivo nemmeno a fare una passeggiata perché dopo un minuto avevo la maglietta bagnata di sudore? Non vorrei proprio essere nei panni di un allenatore delle squadre che partecipano al Mondiale per Club. La tecnologia ha fatto passi da gigante, sicuramente saranno state prese delle precauzioni, ma il sole, quando picchia, brucia la pelle».