L'ex attaccante dell'Inter Aldo Serena, intervistato da Tuttosport, ha analizzato la sfida di sabato sera con la Juve e detto la sua per il prossimo scudetto

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Serena: “Lautaro decisivo nel bene e nel male. Inter contraddittoria, manca un profilo in rosa”
Lautaro-Yildiz. Chi vede avanti al momento?
«Dico Lautaro. Gli do un punto in più rispetto ad Yildiz perché ha uno status superiore. Il turco è in rampa di lancio e sta per entrare nell'olimpo dei campioni, il Toro ci abita gia...».
In quale dei due rivede l'identikit perfetto del classico "diez"?
«Lautaro è un goleador, un 9 che si applica, difende palla e che si sbatte in fase di costruzione Per definizione, il vero 10 è Yildiz, e l'assenza di Chico gli permetterà di dimostrarlo. Sempre ammesso che Tudor decida di schierarlo a supporto delle due punte. Un giocatore stiloso dentro e fuori dal campo. Abbiamo bisogno di esempi positivi, di ragazzi giovani che possano stimolare la fantasia dei nostri ragazzi. Lui fa parte di quella categoria di campioni che si stanno affermando, che hanno volontà, dedizione e che sono gentili. Se gli manca cattiveria? Ho avuto la fortuna di giocare con Platini, e non è mai parso "cattivo"'. Era grazioso, essenziale, fantasioso. Si può diventare dei super campioni senza dimostrare chissà quale vena bellico-sa. Basti vedere quello che ha fatto Del Piero. Yildiz deve ispirarsi a queste figure».
Contro i nerazzurri dove le piacerebbe vedere Yildiz?
«Istintivamente, vedo che gli piace cercare l'esterno per tentare il dribbling o il suggerimento per i compagni in area. Da ex attac-cante, un giocatore così lo vorrei vedere un po' più al centro. Nel traffico... Ma credo che Tudor, visto il peso della gara, non abbia intenzione di fare esperimenti. Almeno non dal primo minuto».
Chi può essere più decisivo tra i due?
«Lautaro è decisivo per l'Inter nel bene e nel male: quando non gira lui, anche il resto dei compagni ne risentono. Yildiz, allo stesso modo, è il centro di gravità dell'universo Juve. David e Vlahovic hanno bisogno di palloni preci-si, spediti con tempi e modi giusti sul primo movimento. Compito che, oltre al turco, nessun bianconero è in grado di eseguire con sufficiente qualità. Locatelli e Thuram hanno caratteristiche diverse: l'azzurro è utilissimo nei cambi di gioco, ma non ha nelle corde l'imbucata rapida e pre-cisa. Lo stesso vale per il francese che, invece, è una forza della natura nei recuperi e nella progressione palla al piede. Insom-ma, entrambi per motivi diversi saranno indispensabili».
Che idea si è fatto delle prime due uscite di Juve e Inter?
«Nei bianconeri ho visto un gruppo solido e concreto. Non sono ancora spettacolari o scintillanti, se vogliamo, ma sanno quello che vogliono. E il merito è di Tudor. L'Inter, invece, mi è parsa contraddittoria: ha debordato contro il Toro, dove è sembrato tutto fin troppo facile, per poi andare in difficoltà contro l'Udinese, e cioè contro una squadra di grande forza fisica, che si difende bene in area. Una gara che ha evidenziato l'assenza tra i nerazzurri di un profilo abile nell'uno contro uno. Contro squadre come l'Udinese è essenziale aumentare la velocità del giro palla, altrimenti dai loro il tempo di organizzarsi e di piazzarsi a ridosso della propria area di rigore. L'Inter dovrà dimostrarsi poi più compatta quando attacca, e sfruttare la qualità dei centrocampisti. Calhanoglu ha vissuto un'estate difficile, e adesso sta cercando di ritrovare la sua condizione e la sua capacità di guidare la squadra. È arrivato Sucic, che sa fare un po' tutto. Sono giocatori che possono e devono dare di più alla squadra nella riconquista del pallone e di riproposta veloce verso gli attaccanti».
A proposito, che partitasi aspetta in mezzo al campo?
«Mi aspetto una Juventus sulla falsa riga delle ultime uscite: una squadra stretta, intensa e che concede pochi spazi all'avversario. Non ci sarà Conceiçao, e questo mi porta a pensare che il Derby d'Italia possa essere la partita perfetta per uno come Openda. Nel traffico sa come fare la differenza, come attaccare bene la profondità e creare superiorità numerica».
E che mi dice di Vlahovic? Non le pare più sereno e ispirato?
«Conosco il peso della maglia bianconera: per indossarla serve carattere, e penso che lui ce l'abbia. Fin qui, allo Stadium l'ho sempre visto sofferente, senza la mente libera. Ha qualità, quindi se riuscirà a trovare un equilibrio mentale i gol torneranno. Non so se abbia già fatto questo clic mentale. Vedremo..»
Insomma, chi vince il Derby d'Italia?
«Può accadere davvero di tutto, ma vedo la Juventus leggermente favorita perché gioca in casa e perché i nerazzurri potrebbero accusare ancora le scorie del ko con l'Udinese».
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