
Nell’Inter gioca Sommer, suo connazionale.
—«È stato al Bayern nel momento sbagliato, come me all’Inter nel ’96/97. Era tutto un litigio: da una parte i dirigenti Mazzola e Suarez, dall’altra l’allenatore Hodgson, con Moratti a mettere pace. Grande presidente».
A Monaco le tensioni erano fra Matthäus e Klinsmann.
—«Facevano scintille, erano veri campioni. Una parola oggi abusata, bastano un paio di passaggi giusti».
Il più bel ricordo dell’Inter?
—«L’esordio con gol a Udine. I compagni, la casa a Como. E non andò così male: terzi in campionato e in finale di Coppa Uefa. Certo, l’Inter di oggi è più vincente».
Le piace Inzaghi?
—«Ha creato un gruppo coeso come Ancelotti, il mio idolo. L’Inter è un bell’esempio di gioco italiano. Mi piacerebbe allenare in Serie A. Mi sento pronto».
In Italia ha le sue radici.
—«Papà, napoletano, si è trasferito presto in Svizzera. Lui milanista, io juventino per amore di Platini. Una guerra. Era imbianchino. Ho provato a farlo smettere di lavorare, ma non ci pensava nemmeno».
(Repubblica)
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