Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'opinionista Dazn ha parlato dell'esplosione di Pio Esposito e delle novità portate da Chivu all'Inter:


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Stramaccioni: “Pio Esposito? Basta con questa storia, Musiala e Yamal non vanno in prestito”
«Basta con questa storia del “giovane”. Esistono giocatori forti e altri meno forti. Francesco Pio Esposito è un giocatore forte».
L’Inter ha deciso di tenerlo, è d’accordo?
«Assolutamente sì. Ciò che a volte si sottovaluta è che vivere certi ambienti, allenarsi con determinati compagni e subire pressioni simili ti fa crescere e maturare. Se sei forte devi stare all’Inter. E Pio lo è. I nerazzurri non hanno un giocatore con le sue caratteristiche oggi, forte fisicamente e abile nel giocare spalle alla porta».
In telecronaca ha detto: «Non serve girare il mondo quando hai in casa uno così». Meglio non puntare su Hojlund dello United, quindi?
«Non paragonerei le due situazioni, ma crederei su chi è esploso in casa. Ha visto come Lautaro ha esultato insieme a lui? O quando Barella gli ha rovesciato la borraccia sulla testa? E la grinta di Bastoni quando lo ha abbracciato? I senatori lo hanno accolto alla grande».
Thuram-Lautaro-Bonny-Pio Esposito: un bel quartetto, non crede?
«Lautaro è in gran forma e vuole riprendersi tutto. Thuram non si discute, Bonny è un giocatore di grande qualità, forza e prospettiva. Esposito può completare il poker alla grande, lo vedo assolutamente complementare agli altri tre anche nei diversi abbinamenti possibili».
Le ricorda una punta in particolare?
«Il primo Luca Toni, quello di Palermo con Guidolin. Per come mette il corpo, per come effettua il primo controllo e per la finta che gli piace tanto con cui ha segnato al River Plate. E poi, mi lasci dire, che carattere. Nei primi cinque minuti ha preso un calcione da Diaz, miglior marcatore del campionato argentino, e un altro da Martinez Quarta. Una sorta di “benvenuto” alla gara. Non li ha sofferti per nulla. Ha cominciato a picchiare anche lui e alla lunga ha vinto ogni duello».
In che cosa deve migliorare?
«Andrò controcorrente: il colpo di testa. Sotto quel punto di vista è molto forte, ma può essere ancora più cattivo e devastante».
Lo vede come il futuro numero 9 della Nazionale?
«Ha le potenzialità per diventarlo. La strada è lunga, deve restare umile, affamato e dimostrare partita dopo partita il suo valore. Oggi bisogna credere su un prospetto così. Gattuso lo conosce bene, ma anche l’Inter deve crederci. Basta con questa storia dei prestiti».
Si spieghi meglio.
«Analizziamo cosa avviene all’estero. Musiala non va in prestito, Lamine Yamal idem, Fodem idem. Pio sarà forte come loro? Oggi ovviamente no, ma bisogna ragionare sul domani. Lasciamogli giocare le sue carte. Al momento può dire la sua dietro a Lautaro e Thuram, e con un allenatore come Chivu che lo conosce meglio di chiunque altro. Crediamo negli Yildiz e negli Esposito come le altre squadre fanno con Doué, Nusa, Mainoo. Tutti 2005. Non va ripetuto un altro caso Huijsen, che ha lasciato la Juve troppo in fretta. Mi dà fastidio vederlo con la maglia del Real Madrid invece che con quella di un club italiano».
Capitolo Chivu: che cos’ha notato di nuovo?
«Ha avuto il merito di resettare tutto mentalmente, non era facile. Il post Champions ha avuto effetti micidiali, ma la squadra è in crescita. Ho rivisto serenità e consapevolezza di forza. Il solco resta quello di Inzaghi, ma l’idea di trovare alternative in corsa è evidente. Il doppio mediano e i due giocatori sotto punta creano imprevedibilità».
Un giudizio su Petar Sucic, invece?
«Ha dimostrato ciò che sa fare anche venti metri più avanti. Nella Dinamo Zagabria non giocava solo da mediano, ma affiancava Baturina. Abbina la qualità nel gestire la palla alla visione di gioco e alla forza fisica. Non ha le capacità di regia e il piede fine di Calhanoglu, ma rimane un innesto molto importante per Chivu».
L’Inter può vincere il Mondiale per Club?
«In gare secche può giocarsela con entusiasmo e passione. Ed è finita nella parte del tabellone un pizzico meno affollata di squadre top. È nel lotto di club che possono arrivare fino in fondo. Il Fluminense agli ottavi di finale è una squadra compatta e da rispettare. Ha talenti come Arias e icone come Thiago Silva e Fabio. Sarà una partita alla portata dell’Inter».
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