Il fattore De Kuip esiste.
«Secondo me sì. Il fattore campo lo senti, tant’è che anche in questa in stagione hanno comunque recuperato alcuni risultati importanti. Poi secondo me il Feyenoord è la squadra meno forte rimasta in Champions League. Hanno tanti ragazzi giovani, problemi e infortunati. Ma se sono lì un motivo c’è».
Domani l'Inter non avrà a disposizione quattro esterni.
«Ho la curiosità del vedere quali saranno le scelte di Inzaghi. Lui è affezionato al 3-5-2, ma come esterno ha solo Dumfries. Potrebbe mettere l’olandese a sinistra e Pavard a destra, vedremo. L’importante sarà non dare fiato al Feyenoord. I padroni di casa sanno di essere sfavoriti, ma occhio, perché devi essere perfetto anche se sei più forte. Non devi far prendere coraggio ai tuoi avversari. Sono giovani, incoscienti, non hanno nulla da perdere. Eliminando il Milan hanno dimostrato di saper far male: l’Inter anche per questo motivo non sottovaluterà mai i rivali».
I nerazzurri sono quindi favoriti.
«Nettamente, anche se non vedo una gara con molti gol. Domani l'Inter potrebbe anche pensare di rischiare un po’ meno. Per me le possibilità di qualificazione sono del 75%, o pure di più, in favore dei nerazzurri».
Si decide tutto già a Rotterdam?
«Secondo me c’è il rischio di portarsi un risultato in equilibrio al ritorno, ma spero di sbagliare».
Come vedrebbe un eventuale 4-4-2 nerazzurro?
«Inzaghi potrebbe effettivamente cambiare modulo, ma secondo me non lo farà. L’Inter è abituata a giocare col 3-5-2, dovesse scegliere il 4-4-2 andrebbe a coinvolgere e snaturare i ruoli di più giocatori. Quindi credo che adatterà qualcuno come esterno».
Da dove passa la qualificazione per l’Inter?
«I nerazzurri, più di tutti gli altri, giocano bene se i suoi attaccanti sono in forma. Poi c’è anche il colpo del campione, vedi il gol di Lautaro contro il Genoa, quando l’argentino ha mostrato ancora una volta la sua leadership. C’è Thuram, recuperarlo al 100% sarebbe fantastico perché Marcus ha tirato la carretta per tutta la prima parte della stagione, quando Martinez non era al massimo. E ovviamente pure Calhanoglu sui suoi livelli sarebbe fondamentale. Ma le risponde con Barella. Lui è continuo, sempre presente, lo vedo decisivo in questo doppio confronto».
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