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Libero – Acerbi e una storia di continue rinascite poco sponsorizzate

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Il quotidiano parla del difensore che ha cambiato il suo destino tante volte e pure quello di Inter-Barcellona
Eva A. Provenzano Caporedattore 

"Acerbi! Ma cosa ci fa lì? Se lo sono chiesto tutti, ma proprio tutti, in quel momento. Tutti tranne lui. Era lì perché ha fatto ciò che fanno i campioni: fiutare i momenti che fanno la storia. Annusare l’aria e sentire che ha delle bollicine dentro. Acerbi si è lasciato trasportare dall’istinto, dal coraggio, dall’emozione, da tutto ciò che l’Inter doveva mettere in campo per superare il Barcellona". Il quotidiano Libero racconta la semifinale Inter-Barcellona a partire da uno dei protagonisti assoluti della serata di San Siro, quella di Acerbi che ha segnato il gol del tre a tre quando i blaugrana sembravano pronti ad uscire dal Meazza con la vittoria in tasca.

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Un gol il suo che ha fatto tremare i cuori nerazzurri, San Siro è diventata una bolgia, una valle di lacrime per un pari soffiato al 93esimo ad una delle squadre più forti. Acerbi ha segnato non di testa su calcio d'angolo, non con una deviazione, ma con un gol da centravanti vissuto. Perché di vite ne ha vissute tante. Perché ha imparato che esistono momenti in cui se senti qualcosa la devi fare.


Una vita contro

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"Dalla follia, non quella cieca ma quella lucida in cui tutto ha senso anche se non ce l’ha, quella di chi ha imparato che nella vita le occasioni vanno prese anche se non tocca a te.

In quel gol c’è una vita intera. Una vita “contro”. Contro il tumore che si presenta e se ne va e poi si ripresenta e infine se ne va; contro l’occasione persa di una grande (il Milan) arrivata troppo presto; contro il pregiudizio di un giocatore che arriva all’Inter troppo tardi (a 34 anni). Se non hai passato tutto questo, non ti viene in mente di abbandonare il

centro della difesa per farti trovare al centro dell’area opposta al 93’ di una partita del genere. Lo fai solo se hai passato una vita a difendere - la tua vita e la tua porta - e non vedi l’ora di attaccare anche solo per un attimo, a patto che sia quell’attimo", si legge nello stesso articolo sul difensore nerazzurro.

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Continue rinascite

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"La maggior parte di noi avrebbe alzato bandiera bianca. È andata così, ci riproviamo il prossimo anno. Non Acerbi, forse perché di anni ne conta già 37 e sa che le probabilità di rigiocare partite del genere si assottigliano. Meglio farsi questi ottanta metri di corsa in più e sperare che Sommer rinvii verso Thuram e che Thuram apra per Dumfries e che Dumfries riesca a metterla in mezzo. Quel gol se l’è preso d’istinto, ma ci ha lavorato tutta la vita. Non puoi nemmeno dirgli che è stato casuale, che era lì su un corner come da prassi, no: era lì perché voleva esserci. Qualcuno penserà che è una questione di fede ed è così, ma in sé e nei compagni. E in Inzaghi che lo ha chiesto e ottenuto quando c’era da completare il reparto, nel 2022, e lo ha aspettato quest’inverno quando l’operazione per la pubalgia aveva lasciato qualche retaggio. Anche in quel periodo Acerbi si è messo al lavoro in silenzio, per poi tornare in campo come se non lo avesse lasciato mai, già in forma partita, già rodato. È una storia di continue rinascite poco sponsorizzate. A 37anni si può aver già vissuto due vite. Forse quel gol ha dato il via alla terza", conclude Savelli sul calciatore che ha cambiato il destino di Inter-Barcellona.

(Fonte: Libero)