"Simone se lo è abbracciato sotto la pioggia e Spalletti ha preso appunti. Perché il 6 giugno, tra meno di un mese e appena sei giorni dopo la finale di Monaco, l’Italia giocherà in Norvegia la partita più importante e difficile sulla strada delle qualificazioni al Mondiale americano del 2026. E in difesa la situazione non è promettente. Buongiorno è fuori causa e Calafiori è appena tornato da un lungo infortunio al ginocchio. Acerbi lo spauracchio Haaland lo ha già messo in un angolo, al pari di Lukaku, Retegui e Kane e nei supplementari con il Barcellona non ha quasi fatto vedere il pallone a Lewandowski".
"Spalletti, nonostante tutto, difficilmente lo chiamerà, anche se è giusto coltivare il dubbio. Il suo collega Inzaghi, invece, dubbi non ne ha manco uno. Acerbi è un intoccabile. E la società, che in un primo momento aveva pensato di lasciarlo andare per sopraggiunti limiti di età, ha capito che averlo in mezzo alla propria area è una garanzia. Il simbolo della resilienza nerazzurra. Nei momenti di sofferenza, spunta la testa di Acerbi. Il Leone, lo chiamano. E lui risponde sempre presente. Quando conta, non ha mai tradito. Acerbi ha mille vite: ha ricostruito la sua vita dopo la malattia e la carriera dopo l’esperienza negativa al Milan. L’Inter è il suo posto nel mondo, Inzaghi il suo allenatore preferito. È stato Simone a volerlo nerazzurro l’ultimo giorno del mercato dell’estate 2022. Marotta, scettico, lo ha preso in prestito per un milione. Uno degli affari migliori della sua vita".
(Corriere della Sera)
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