"Rapido censimento dei meriti della Benamata. Inzaghi: non ha sbagliato mezza scelta, a cominciare dalla gestione del dopo-Parma. Barella: una spanna sopra tutti, alto nel cielo di Monaco. Abbiamo uno dei giocatori più forti del mondo, è la verità. Ha lottato, gestito e fatto partire le azioni più pericolose. Si è mangiato Kimmich. In nazionale, Kimmich-Goretzka ci rimpicciolirono, qui sono finiti prigionieri della mediana nerazzurra (ottimo Mkhitaryan). Una difesa degna della storia di famiglia, dal Mago a Mou, sempre lucida anche nei momenti più torridi, stretta attorno a un monumentale Acerbi (visto, Spalletti?). Ma non solo barricate. Carlos Augusto, con impeto facchettiano, ha rifinito i due gol. Il primo di Lautaro è un biglietto da visita: è partito da Sommer ed è finito alla ThuLa, attraversando come una scossa tutta la squadra. Questa Inter crea gioco in ogni sua molecola. Per questo, in Europa funziona, per questo può (deve) credere di poter tornare all’Allianz Arena il 31 maggio, per la finalissima", analizza La Gazzetta.
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