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Inter, impresa autentica: Inzaghi non sbaglia nulla. Barella si mangia Kimmich, e che difesa…

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L'Inter batte il Bayern in casa sua. I bavaresi non perdevano all'Allianz da 4 anni. Ora testa al ritorno, servirà un'altra grande impresa
Andrea Della Sala Redattore 

Grande impresa dell'Inter in casa del Bayern. La squadra di Inzaghi ha saputo soffrire, ma è uscita sempre al momento opportuno e ha colpito. Nessuna semifinale in tasca, il ritorno sarà altrettanto duro, ma la soddisfazione è tanta per la vittoria a Monaco.

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"Ha saputo mangiare il sale della sofferenza nei primi 25’, quando il Bayern le è saltato addosso, trascinato da uno scatenato Olise, e nella ripresa, quando i tedeschi, infilzati da una meraviglia di Lautaro, hanno caricato a testa bassa. Ma non ha mai smesso di cercare il sole, neppure al 40’ della ripresa, quando è stata raggiunta dal gol dell’eterno Müller. Con l’ultimo guizzo, ha catapultato in rete Frattesi e strappato l’impresa. Impresa autentica, se si pensa che i bavaresi non perdevano in Champions all’Allianz Arena da 22 partite. La semifinale non è in tasca, a San Siro sarà battaglia, ma pensiamo con che spirito l’Inter è uscita sabato dal Tardini. In due giorni, ha visto il Napoli arenarsi a -3 e ha strappato una buona ipoteca sulla qualificazione in Champions. È con questa autostima tirata a lucido che i nerazzurri ripartono da Monaco per andare a caccia di un triplete di soddisfazioni", si legge su La Gazzetta dello Sport.


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"Rapido censimento dei meriti della Benamata. Inzaghi: non ha sbagliato mezza scelta, a cominciare dalla gestione del dopo-Parma. Barella: una spanna sopra tutti, alto nel cielo di Monaco. Abbiamo uno dei giocatori più forti del mondo, è la verità. Ha lottato, gestito e fatto partire le azioni più pericolose. Si è mangiato Kimmich. In nazionale, Kimmich-Goretzka ci rimpicciolirono, qui sono finiti prigionieri della mediana nerazzurra (ottimo Mkhitaryan). Una difesa degna della storia di famiglia, dal Mago a Mou, sempre lucida anche nei momenti più torridi, stretta attorno a un monumentale Acerbi (visto, Spalletti?). Ma non solo barricate. Carlos Augusto, con impeto facchettiano, ha rifinito i due gol. Il primo di Lautaro è un biglietto da visita: è partito da Sommer ed è finito alla ThuLa, attraversando come una scossa tutta la squadra. Questa Inter crea gioco in ogni sua molecola. Per questo, in Europa funziona, per questo può (deve) credere di poter tornare all’Allianz Arena il 31 maggio, per la finalissima", analizza La Gazzetta.