In una mappa dei tocchi nelle zone di campo, Barella e McTominay si somigliano: coprono praticamente tutto il prato. Quindi, alla generosità e onnipresenza dell’interista, fa da contraltare il dinamismo britannico del centrocampista del Napoli. Che ha dalla sua il bottino di reti da attaccante, mentre il nazionale di Spalletti, a tre centri in questo torneo, è più incisivo come occasioni create: 53 contro 22. Barella è l’anima dell’Inter, asseconda i tempi di gioco, governa le operazioni in verticale e orizzontale, sempre tenendo conto della qualità anche dei partner di settore, da Calhanoglu a Mkhitaryan. Quando aumenta la pressione, vedi la superlativa prestazione di Monaco, lui riesce ad evitare le tagliole, a far girare il meccanismo alla perfezione. «A me oggi piace Barella, è migliorato tantissimo. È un calciatore che ti coglie di sorpresa, salta l’uomo, combatte, è pericoloso in attacco». Queste le parole d’amore di Massimo Moratti, il presidente del Triplete, pochi giorni fa.
"Il Napoli domenica incrocerà il Parma dei 56 gol subiti, dieci dei quali da calcio piazzato. La fisicità e il tempo dell’inserimento dello scozzese possono risultare determinanti per piegare la resistenza altrui. McT è spesso diventato il valore aggiunto grazie alle sue qualità e al lavoro di Lukaku e Raspadori per muovere e spezzettare le difese. L’Inter riceverà la Lazio della coppia di centrocampo Guendouzi-Rovella, ma Barella sa che non sarà favorito da un tre contro due: senza palla Baroni fa ripiegare un uomo più avanzato, il leader nerazzurro dovrà scansare gli ostacoli con la corsa, il dribbling e il palleggio. Nulla che non sappia fare, ma adesso conta di più", analizza Gazzetta.
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