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Biasin: “Caso Acerbi? Non ringrazia un sistema che lo ha celebrato e affossato a convenienza”

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Così il giornalista: "Il caso-Acerbi è un non-caso e diventa un caso solo perché ogni giorno abbiamo bisogno di creare un caso"
Marco Astori Redattore 

Attraverso le pagine dell'edizione odierna di Libero, Fabrizio Biasin, giornalista, ha parlato così di Francesco Acerbi e del suo no alla Nazionale: "Il caso-Acerbi è un non-caso e diventa un caso solo perché ogni giorno abbiamo bisogno di creare un caso, altrimenti non sappiamo con chi prendercela. «Dici cazzate, non si dice no alla Nazionale, è un caso eccome». È vero, non si dovrebbe dire no alla nazionale, ma bisogna capire perché si è arrivati a questa decisione, prima di condannarla. Francesco Acerbi ha 37 anni suonati, nella sua vita ne ha passate di cotte e di crude, ha visto la morte all’orizzonte e ha fatto appena in tempo a scansarla, la qual cosa gli permette di avere una libertà rarissima in questo dannato mondo: dire e fare quello che vuole, secondo quel che gli dice la sua coscienza e senza bisogno di dire «piacerà alla gente?».

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Un anno fa ha saltato un Europeo per un problema fisico ma anche - e forse soprattutto - perché un arcinoto caso mediatico lo ha reso “non spendibile” in azzurro. Non ha fatto tragedie, è tornato a casa da Coverciano e, arrivato in Stazione Centrale, ci ha messo la faccia: voi mi accusate? Io vi rispondo. In seguito è uscito dal giro azzurro, cosa che alla sua età è normale e, infatti, non ha mica fatto polemiche. A un certo punto però è tornato sulla bocca di tutti e sapete perché? Perché è un difensore con i fiocchi, di quelli che fanno la differenza anche da “anziani”. Interrogato sulla possibilità di rivederlo in azzurro il ct Spalletti ha detto: «Sapete quanti anni ha?». Come a dire: voltiamo pagina. Aveva ragione, solo che poi si è trovato costretto a tornare sui suoi passi perché tra noi e il Mondiale ci si è messo Haaland e Acerbi - guarda un po’ - è tra i pochi che “sa come si fa”.

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A quel punto Acerbi poteva fare due cose: accettare la chiamata “forzata” e fingere, il tutto in nome di una maglia che gli sarebbe stata offerta soprattutto per avere un buon capro espiatorio (Haaland non fa gol? Grande Italia. Haaland fa doppietta? Colpa sua). A questo gioco Acerbi ha scelto di non partecipare e non perché non ci tenga, ma perché a 37 anni e con tutto quello che ha passato non ha bisogno di fingere, non ha bisogno di recitare, non ha bisogno di sentirsi buono a tutti i costi, non ha bisogno di ringraziare un sistema che lo ha celebrato e affossato a seconda della propria convenienza. Ha bisogno solo di essere coerente con se stesso, una pratica ormai fuori moda in un mondo, quello del pallone, che trasuda ipocrisia da ogni poro".