In attesa di Lookman, l'Inter si gode già un nuovo elemento nel reparto offensivo. Si tratta di Bonny, arrivato nel silenzio generale, che sta stupendo tutti ad Appiano Gentile. Non Chivu che lo conosceva già dall'esperienza di Parma.

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Inter, più dribbling e velocità con Bonny. Jolly d’attacco per Chivu: doppio ruolo nel 3-4-2-1
"Il giardino preferito di Bonny non è quello di Versailles. Dategli l’erba vicino alla porta, venti o trenta metri di campo per poter andare in progressione e sarà felice. Il suo posto nel mondo è lì. La punta dell’Inter s’è presentata ad Appiano con un gol e un rigore procurato dopo una sgroppata in campo aperto. Chivu l’ha schierato dall’inizio accanto a Lautaro e lui non ha tradito: nel primo tempo ha sfruttato un lancio lungo la corsia mancina, s’è allungato il pallone, ha saltato Prestia e ha costretto Re Cecconi a stenderlo: promosso", analizza La Gazzetta dello Sport.
"Bonny ha dimostrato di poter essere una risorsa importante in ogni modulo. Nel 3-5-2 può giocare in appoggio alla punta, come ha fatto a Parma con Pellegrino – ariete argentino di un metro e 92 -, mentre all’Inter duetterà con Lautaro. Un giocatore diverso, più tecnico, più di qualità. Contro l’Under 23 hanno strappato applausi insieme. Nel 3-4-2-1 Bonny può agire da attaccante e da trequartista, assistendo l’argentino o Pio Esposito. Bonny è questo: un grimaldello utile a scardinare più serrature. Chivu lo aiuterà a essere ancora più incisivo sottoporta. L’anno scorso ha segnato sei gol in 37 partite. Il conto dei tiri totali è 64. Ventidue di questi sono finiti in porta. La percentuale delle conclusioni andate “in porto” arriva al 30%. Thuram sfiora il 42%, Lautaro il 34%, Lookman è a 39%. Sotto questo aspetto deve migliorare. Ma il francese sa anche tenere botta: l’anno scorso ha chiuso con 140 duelli vinti. Il secondo del Parma dopo Djuric. Una capacità che può tornare utile. Così come quella di riuscire a eludere la marcatura avversaria: il francese è stato il giocatore del Parma con più dribbling riusciti, 36. Gli stessi di Lookman".
"La storia di Bonny inizia sul tatami. Prima di infilarsi le scarpette metteva a tappeto gli avversari. Nato ad Aubervilliers, il sobborgo di Parigi dov’è cresciuto anche Reda Belahyane, ha iniziato a fare sul serio allo Chambray, una squadretta di Tours, città divisa tra due fiumi da cui partono i tour per i castelli della Loira. L’angelo custode che ne ha dettato i ritmi è stato Benjamin Perroux, uno dei suoi primi allenatori. Ci ha raccontato che odiava la sconfitta: «A volte fermava il gioco e andava via imbronciato. Una sorta di ‘il pallone è mio e decido io’. A 12 anni. Questo ti fa capire la sua mentalità. Ha sempre avuto le idee chiare. I tifosi dell’Inter possono stare tranquilli: Ange li farà divertire parecchio». La prima è andata bene", aggiunge Gazzetta.
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