Questo del Milan di Cardinale e di Elliott diventerà un caso di scuola nella storia del calcio posseduto dai fondi d’investimento, un manuale del complesso rapporto fra il capitale indistinto e l’amore popolare; un prontuario di cosa non fare per gestire un club da lontano comunicando poco e male un’unità di intenti velleitaria. L’anello di congiunzione fra questi due mondi era Paolo Maldini e liberarsene è stato un gesto di infinita arroganza e scarsa lungimiranza: ma siccome cosa fatta capo ha, e naturalmente un club della portata del Milan non si vende su richiesta né sarebbe eventualmente possibile farlo in tempi brevi, occorre un uomo-garanzia per stabilire una tregua, e il primo che viene in mente è Mauro Tassotti.
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