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Antonio Conte ieri è tornato a ruggire, alla vigilia di Napoli-Inter. Dopo il ko di Como, l'allenatore ha presentato così il big match scudetto del Maradona, sottolinea oggi La Gazzetta dello Sport.
"Gli occhi sono lo specchio dell’anima e quella di Antonio Conte, ieri, è tornata ufficialmente a ruggire. Non che prima fosse sparita la sua “fame”, ma nelle ultime settimane l’atteggiamento in panchina del tecnico del Napoli sembrava più dimesso, quasi rassegnato al febbraio nero che ha rallentato la corsa dei suoi ragazzi. Ma poi ci sono le grandi sfide a riaccendere entusiasmo e ambizioni. Perché se quella di oggi è una sfida scudetto, lo si deve all’ennesimo capolavoro di Conte, capace di trasformare in poco tempo una squadra distrutta dalla pessima annata post scudetto. «Al di là della classifica, mi sarei aspettato in questo periodo un Napoli che dopo 7 mesi iniziasse a prendere forma — ha detto ieri Conte —. Trovarci lì ci deve riempire di orgoglio ma non deve metterci pressione. Ho detto ai ragazzi “gustiamoci questo momento, questa classifica ce la siamo meritata col lavoro”. Ecco, contro l’Inter sarà influente sulla classifica: ci sono tre punti in palio e tante squadre molto vicine, su questo l’influenza si sente…».
La delusione post Como è passata, non l’emergenza. Anche se Conte prova a scherzarci su: «Febbraio mese più duro? No, rispetto ad agosto è stata una passeggiata di salute» sottolinea facendo riferimento al punto da dove è cominciato il suo lavoro, dalle macerie trovate al suo arrivo e da un mercato estivo entrato nel vivo a campionato già iniziato. «Dopo una sconfitta impari di più rispetto a una vittoria che porta superficialità in tutti. Abbiamo analizzato il perché di quel secondo tempo a Como e bisogna farlo per crescere. I ragazzi sanno che ero molto arrabbiato — ancora Conte —, ma lo erano anche loro. Bisogna stare sul pezzo fino al 95’, senza trascurare niente, tutti i punti fatti li abbiamo sudati, mai una vittoria in carrozza per 5-0 come altre. Noi non possiamo mollare un attimo. Le partite si possono vincere o perdere, fa parte del calcio. Bisogna odiare la sconfitta, ma anche accettarla quando qualcuno è stato più bravo di te come contro l’Atalanta al Maradona. Diciamo che per la sfida di Como abbiamo qualcosa da recriminare...».
Ma poi c’è l’orgoglio del lavoro fatto e della crescita del gruppo, sintetizzato come meglio non si può. «Contro l’Inter ci aspetta una partita bellissima. Ci siamo meritati questo top match mettendo tutto quello che avevamo. Ora vediamo chi sarà più bravo». Antonio sente l’aria delle grandi notti, ora deve solo scegliere a chi affidarsi. Più Gilmour che Billing per rimpiazzare Anguissa. E poi spazio a Raspadori: «Ci dà qualità». Quella che serve nelle notti così", si legge.
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