Si sapeva che a Oslo avremmo potuto soffrire, e magari perdere: ma non così, non presi a pallate dall’inizio alla fine. È sembrato il terzo tempo dell’Inter a Monaco, e il modo ancor ci offende. Non si ricorda nella storia azzurra un’eclissi tanto lunga e buia. Il nostro calcio viene schiaffeggiato per la seconda volta in una settimana: ora, la prospettiva numerica, ma anche tecnica e agonistica oltre che mentale, è inseguire la Norvegia da qui alla fine del girone, per poi essere di nuovo catturati nel gorgo dei play-off. Un inferno dantesco dove ci abbiamo già rimesso le penne contro Svezia e Macedonia del Nord.
La Nazionale resta un ingombro, quasi un fastidio. La fantomatica commissione annunciata un anno fa per favorire il dialogo tra Figc e club e l’impiego di giovani italiani non si è riunita neppure una volta, è rimasta lettera morta come ogni ipotesi di riscatto. Il tennis ha Sinner, ma ha fatto sistema e ha creato un movimento di campioni. Il calcio non ha fuoriclasse, a parte forse Donnarumma, e attorno c’è il deserto. Mancano le idee e gli uomini per realizzarle.
Ma se anche si venisse in qualche modo salvati, con una squadra simile cosa andremmo a fare ai Mondiali? Il peggiore Europeo della storia azzurra, anche quello con Spalletti in panchina, è stato un pianto, e la normalissima Svizzera ci ha mandato a casa come fosse il Brasile. Umiliati e offesi, senza nemmeno il diritto di offenderci”.
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