In fondo, possiede tutto ciò che spaventa la Catalogna: spirito garibaldino per ribaltare il fronte rapidamente, struttura e acrobazia per sfruttare le palle inattive, corsa a perdifiato e lucidità nell'assist per massimizzare ogni ripartenza che sarà concessa, più o meno come all'andata. Sei giorni fa, aveva pure completato l'affresco offrendo a Mkhitaryan la palla del 3-4, ma quel centimetro di troppo nel piede dell'armeno ha ricacciato in gola l'urlo".
Recupero fondamentale
—"Prima della partita di andata, Dumfries mancava dall'inizio da oltre quaranta, infiniti giorni: i muscoli del bicipite femorale avevano ceduto contro l'Atalanta, quando la squadra aveva ripreso (momentaneamente) la vetta solitaria in campionato, ma lui aveva pagato un eccesso di minuti in campo. Da quel momento, il recupero è stato, però, gestito con prudenza estrema, anzi lo staff ha dovuto frenare lo scalpitio dell'olandese immusonito: fosse dipeso da Denzel, sarebbe tornato a sgasare molto prima, ma l'Inter tutta aveva deciso che questa doppia semifinale sarebbe stata il momento perfetto per rovesciare l'olandese in campo.
Come il resto dei colleghi, sabato scorso si è riposato durante il pisolino collettivo col Verona, e ha così continuato ad allenarsi per aumentare il livello di forma rispetto all'andata: ad Appiano, hanno visto negli ultimi giorni una gamba ancora più fresca, servirà perché Flick pare aver studiato contromisure".
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