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GB Olivero: “Inter, Marotta ha colto l’importanza del momento. Calhanoglu? Meglio ora…”

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Dell'addio di Simone Inzaghi e del nuovo progetto intrapreso dall'Inter con Chivu ha parlato il giornalista sulle pagine de La Gazzetta dello Sport
Andrea Della Sala Redattore 

Dell'addio di Simone Inzaghi e del nuovo progetto intrapreso dall'Inter con Chivu ha parlato il giornalista GB Olivero sulle pagine de La Gazzetta dello Sport:

La fine di un ciclo porta con sé le sensazioni del ritorno dalle vacanze estive. Ci si interroga sulla ripresa delle attività, si fanno progetti, si studiano cambiamenti, si combatte qualche normale preoccupazione. Nel calcio è più o meno la stessa cosa. L’Inter ha il vantaggio di non potersi perdere in troppi pensieri. Se anche avesse voluto superare in altro modo l’improvvisa separazione dal grande amore Simone Inzaghi, è stata costretta a ricorrere al più classico degli stratagemmi: il chiodo scaccia chiodo. Cristian Chivu è già operativo, il Mondiale per club ha azzerato il periodo-cuscinetto. Ma se il nuovo tecnico è proiettato sul primo torneo, sul tavolo dei dirigenti c’è un tema delicato e decisivo: meglio cambiare più in profondità la rosa o garantire la continuità?


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L’Inter non ha alcuna necessità di vendere e quindi può davvero decidere con serenità la strategia da seguire. Può essere utile l’analisi di quanto accaduto nella scorsa stagione, quando l’Inter era la più forte in Italia e tra le top in Europa: un valore dimostrato spesso, ma non nei momenti-chiave, al di là della casualità che spesso indirizza i risultati. Se per Marotta e Ausilio la rosa nerazzurra è ancora la più competitiva della Serie A (primo obiettivo del club, mentre nel 2024-25 la priorità fu data in modo fin troppo evidente alla Champions), potrebbero decidere di ringiovanirla un po’ e di allargarla nei ruoli scoperti rinviando però un cambiamento più profondo e strutturale. Sarebbe una soluzione conservativa: in fondo se lo scudetto è volato via per un punto e la Champions all’ultimo atto, si può ipotizzare di restare ai vertici sperando in un finale meno sfortunato.

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In teoria sarebbe la strada meno azzardata, in realtà ci sarebbero più rischi di quanto si possa pensare. Il nuovo allenatore cercherà di introdurre qualcosa di nuovo, per quanto in modo poco invasivo. Qualche importante innesto nell’organico potrebbe stimolare la connessione tra Chivu e la squadra, indispensabile per evitare che l’Inter scenda in campo con il fantasma di Inzaghi nell’area tecnica. Anche per stare al passo con i top club stranieri, che dispongono di un potenziale economico ben diverso, l’immobilismo va evitato: stare fermi equivale a fare un passo indietro. E i tempestivi acquisti di Sucic e Luis Henrique trasmettono la sensazione che Marotta abbia colto l’importanza del momento. È meglio sostituire oggi che tra dodici mesi un Calhanoglu, un Acerbi e magari anche un altro titolarissimo. Meglio aggiungere adesso una punta potenzialmente titolare che scuota gerarchie e dinamiche interne rappresentando non solo un’alternativa. Il rischio di perdere tempo nella costruzione di un nuovo ciclo è più alto rispetto a quello di perdere competitività in Serie A. Dopo le cocenti delusioni di maggio la squadra potrebbe reagire bene alla scarica di adrenalina generata da qualche cambiamento e da volti nuovi. La calma piatta, a volte, fa più danni della tempesta.