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Inchiesta Ultras, Marotta aveva avvisato in anticipo Procura e Digos. Zanetti non ha mai…

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L’inchiesta legata ai rapporti tra tesserati di Inter e Milan e gruppi ultras si è conclusa con patteggiamenti, due squalifiche e varie multe
Gianni Pampinella Redattore 

L’inchiesta legata ai rapporti tra tesserati di Inter e Milan e gruppi ultras si è conclusa con alcuni patteggiamenti, due squalifiche (Simone Inzaghi e Hakan Calhanoglu per una giornata) e varie multe, tra cui 70.000 euro all’Inter e 30.000 al Milan.

"Il procuratore federale Chiné ha rilevato che la quasi totalità dei tesserati su cui stava indagando abbiano violato l’articolo 25 comma 10 del Codice di Giustizia Sportiva, quello che vieta ai tesserati di avere rapporti con «esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società», oltre all’articolo 4 sul rispetto dei principi di lealtà, correttezza e probità", sottolinea la Gazzetta dello Sport.


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"Qui i rapporti ci sono stati, tra incontri e contatti telefonici, e i capi ultras hanno anche proceduto a richieste assolutamente fuori dalla legittimità sportiva. Hanno tutti scelto di confermare le proprie responsabilità con un patteggiamento arrivato prima dei deferimenti. E in questi casi la sanzione prevista si dimezza in automatico". 

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"Niente sanzioni dunque per il presidente dell’Inter Giuseppe Marotta. Interrogato da Chiné, ha confermato di aver incontrato i vertici ultras nel 2022 per motivi di ordine pubblico, ma anche dimostrato di aver avvisato in anticipo sia la Procura Figc sia la Digos di Milano. Nell’accordo si nota anche che Zanetti è l’unico a non aver ricevuto uno stop".

"La Procura ha ritenuto giusto procedere solo con una sanzione pecuniaria perché nell’interrogatorio il vicepresidente ha dimostrato di aver avuto rapporti con i capotifosi solo in quanto gestore di tre ristoranti milanesi. In cui si è limitato a fare qualche video per i bambini e firmare maglie senza mai ricevere alcuna richiesta dagli ultras, come invece è avvenuto per gli altri sanzionati".

"Chiné ha indagato anche sui biglietti della finale di Champions League 2023 tra Inter e Manchester City a Istanbul, rilevando che il club, pur avendo favorito l’accesso ai tagliandi con un aumento di numero, non abbia dato alcun supporto economico, diretto o indiretto, ai gruppi organizzati. I sostenitori nerazzurri si sono infatti regolarmente rivolti al sito Uefa acquistando i biglietti a prezzo di mercato (70 euro)".

(Gazzetta dello Sport)