La corazzata nerazzurra può vincere tutto e sarà ricordata in ogni caso: Inzaghi punta su Identità, personalità e coesione
L’Inter continua a sognare un’impresa storica: vincere il Triplete, come nel 2010. Ma tra Champions League, campionato e Coppa Italia, nulla è scontato. C’è anche il rischio di chiudere senza trofei. Tuttavia, una cosa è certa: questa squadra verrà ricordata, comunque vada. Il merito va a chi l’ha costruita, dai dirigenti Marotta, Ausilio e Baccin, fino a Simone Inzaghi, che ne è stato l’architetto principale, come sottolinea il Corriere dello Sport.
Tutto è cominciato quattro anni fa, dopo lo scudetto e le partenze pesanti di Lukaku e Hakimi. In pochi avrebbero scommesso su un’Inter così solida in così poco tempo. E invece, oggi è una delle squadre più complete d’Europa, con l’unico limite di un’età media piuttosto alta. In semifinale di Champions affronterà il Barcellona. “Non partiamo sfavoriti”, ha detto Marotta a Sky, ricordando come solo Helenio Herrera, prima di Inzaghi, fosse arrivato due volte tra le migliori quattro d’Europa.
I nerazzurri si stanno distinguendo per tre fattori: identità, personalità e coesione. L’Inter di Inzaghi è unica: ha un’identità tattica precisa, inimitabile, basata su meccanismi affinati nel tempo. Non ha lo stesso talento puro di altre big, ma compensa con organizzazione e collettivo. Ogni giocatore si esalta nel sistema, cosa tutt’altro che scontata da altre parti.
La squadra ha anche una personalità forte. Reagisce sempre alle difficoltà, come dimostrano le sfide contro il Bayern Monaco: il gol immediato di Frattesi a Monaco dopo il pari tedesco, e la risposta di Lautaro e Pavard a San Siro dopo il vantaggio di Kane.