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Psg-Inter, la Champions può finire anche ai rigori. Inzaghi ha già i 5 nomi dal dischetto

Andrea Della Sala Redattore 
I nerazzurri vorrebbero vincerla nei tempi regolamentari, ovviamente, ma c'è da prepararsi anche all'eventualità di supplementari e, soprattutto, rigori. 

Inter pronta a tutto per portare a casa la Champions League. Dopo due anni c'è grande voglia di rivincita nella sfida contro il Psg.

I nerazzurri vorrebbero vincerla nei tempi regolamentari, ovviamente, ma c'è da prepararsi anche all'eventualità di supplementari e, soprattutto, rigori.

INTER - "Tiri dal dischetto, provati più volte ad Appiano in settimana. Basta chiamarla lotteria, per pietà, basta: non è una lotteria, tirare (e parare) un rigore non è come lanciare una monetina ma è un’abilità. E l’Inter i suoi specialisti ce li ha. Inzaghi può avere cinque nomi in testa. Ma poi molto dipenderà anche dalle sostituzioni: la squadra che arriva in fondo al minuto 120 non è quella che inizia, di sicuro. L’Inter comunque non può prescindere da Calhanoglu. È il maestro della specialità, lo chef migliore: 49 rigori segnati su 55 in carriera, limitandoci alla Serie A siamo a 19 centri su 20 tentativi. Chi dopo Hakan? È logico pensare che Asllani possa entrare anche solo per tirare, vista la confidenza mostrata in tempi recenti. E poi Mkhitaryan, uomo da 12 gol su 15 (ma l’ultimo centro risale al novembre 2021). Occhi su Taremi, poi: 59 gol (tra cui quelli alla Stella Rossa e al Lecce in questa stagione) e 10 errori. E l’ultimo potenziale nome? Difficile escludere Lautaro. Il Toro non ha un rapporto semplice con i penalty, ma ha voglia di riscatto dopo Madrid. Al Mondiale calciò contro l’Olanda e in finale con la Francia il ct Scaloni a lui aveva affidato il quinto tiro (non ce ne fu bisogno). Altri? Acerbi calciò a Madrid. E poi Zielinski e Zalewski, oltre ovviamente alle mani di Sommer", scrive La Gazzetta dello Sport.

PSG - "La squadra di Luis Enrique è più leggibile. Perché c’è un precedente recente, gli ottavi vinti proprio ai rigori contro il Liverpool. Donnarumma fece il protagonista. Ma a completare il lavoro furono gli altri. Il primo specialista è Vitinha, non inganni l’errore con l’Arsenal: è stato l’unico in carriera, a fronte di 12 centri. Contro i Reds segnarono anche Gonçalo Ramos — arma buona dalla panchina — e Dembélé. E poi Doué, alla faccia dei suoi 19 anni. L’ultimo nome? Lo conosciamo bene, Kvara non è proprio una certezza dagli 11 metri: otto centri e quattro errori, di cui due proprio in Champions", scrive il quotidiano.