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Inter, dal pari col City alla finale: difesa di ferro e gare epiche col Barça, il percorso

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Dallo 0-0 all’Etihad a Monaco, cavalcata epica, la difesa d’acciaio e la rinascita col cuore: il cammino in Champions
Alessandro De Felice Redattore 

La storia dell’Inter in questa Champions League è un romanzo iniziato con uno 0-0 a Manchester e culminato nella finale, costruito con la forza della difesa e il cuore di un gruppo che si è trasformato. Era il 18 settembre quando Simone Inzaghi, dopo il pareggio all’Etihad Stadium contro il Manchester City, parlava di “ragazzi giganteschi”. Era la serata in cui tutto è iniziato: la consapevolezza che il percorso verso l’Europa poteva davvero essere il loro.

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Quello 0-0 ha segnato la nascita dell’Inter europea, una squadra che fuori dall’Italia ha mostrato un volto impenetrabile: in otto partite della fase a gironi, un solo gol subito — ironia della sorte, proprio quello che ha portato alla sconfitta contro il Bayer Leverkusen, in un’azione molto contestata. Il piano di Inzaghi e della società era chiaro: chiudere la prima fase nelle prime otto e puntare tutto sulle partite decisive. Un piano che ha retto, alimentato da vittorie cruciali come quelle contro Arsenal e Lipsia a San Siro, e dal cuore di un gruppo che non si è mai arreso.

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Il rischio di un derby italiano negli ottavi è stato evitato dall’eliminazione del Milan, e l’Inter si è ritrovata di fronte il Feyenoord. Al De Kuip, Inzaghi ha mostrato le tre dita, evocando il Triplete: la sensazione di superiorità sui rivali olandesi era tangibile. Poi è arrivato il Bayern Monaco. A Monaco di Baviera, Lautaro e compagni hanno messo in campo una prestazione da impresa: vittoria con un gol di Frattesi quando la pressione tedesca sembrava schiacciarli. E nel ritorno a San Siro, un 2-2 di resistenza e coraggio, con la rimonta dopo lo svantaggio iniziale.

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Ma il vero simbolo della rinascita nerazzurra è stato il doppio confronto con il Barcellona. La squadra di Inzaghi ci è arrivata dopo un periodo difficile, con tre sconfitte di fila contro Bologna, Milan e Roma. All’andata, un 3-3 rocambolesco che sembrava già un film; al ritorno, il 4-3 a San Siro è entrato nella storia, una delle partite più emozionanti mai viste in Europa. Una squadra che rifiutava l’idea di uscire, che si aggrappava al proprio sogno e alla propria credibilità, come ha detto Bastoni: “Ora siamo una squadra credibile anche in Europa”.

Dallo 0-0 a Manchester alla sfida decisiva, l’Inter ha mostrato una crescita costante: dalle fondamenta della difesa alla forza del cuore. La squadra di Inzaghi ha raccolto tutti i segnali positivi da quel settembre e ora, più che mai, sa che il sogno europeo non è più soltanto un’illusione. È una realtà pronta a essere scritta nell’ultima pagina di questa avventura.

(Fonte: La Gazzetta dello Sport)