"Qui Marotta può ascoltare Inzaghi e suggerire, ma a decidere sarà Oaktree, con politiche che restano quelle di un fondo finanziario, che prima deve fatturare e poi se possibile vincere. L'aria è già cambiata, Sucic e Luis Henrique sono i primi passi della svolta, ma il mercato dell'Inter (ora che i conti sono stati risanati anche grazie ai risultati di Inzaghi) diventerà simile a quello del Milan, non sarà mai il mercato del PSG. Inzaghi avrà voglia e forza per ricominciare un altro ciclo?".
"Ricordiamo una volta di più che l'Inter va al Mondiale per club non per grazia ricevuta o per semplice blasone, ma solo grazie ai risultati che con Inzaghi ha ottenuto nelle 3 precedenti edizioni di Champions League. Eppoi le due finali in 3 stagioni: restano meriti, e non è colpa averle perse. Vergogna e tradimento, la batosta di Monaco ha scatenato l'esercito dei colpevolisti, quelli cui evidentemente sfugge il senso dello sport. Uno vince, ma arrivare secondi non è mai un fallimento, nemmeno nella stagione degli zero titoli".
"La verità resta che l'Inter si è consumata inseguendo tutto e ottenendo nulla. Lo scudetto resta un rimpianto, troppe le occasioni perse, una in più del Napoli, che pure l'ha meritato. Colpa di Inzaghi? O colpa di una squadra vecchia e a fine corsa, di un mercato a costo zero da almeno due anni e mezzo? Di zero alternative alla ThuLa? Se in Italia la storia della doppia squadra è una favola, in Europa, diventa una barzelletta, solo che non sempre fa ridere. L'Inter è arrivata in finale per merito, perché è stata migliore sia del Bayern sia del Barcellona. Migliore, non più forte. Col PSG la maschera è caduta, altro che vergogna o tradimento".
(Il Giornale)
© RIPRODUZIONE RISERVATA



/www.fcinter1908.it/assets/uploads/202507/999cbc080ddf16c8f068dec67d58ddc1.jpg)

