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Inter si è consumata inseguendo tutto. Colpa di Inzaghi? O di una squadra vecchia e un mercato…

Gianni Pampinella Redattore 
Nella sua edizione odierna, il Giornale analizza il futuro dell’Inter dopo la pesante sconfitta in finale contro il Psg

Nella sua edizione odierna, il Giornale analizza il futuro dell’Inter dopo la pesante sconfitta in finale contro il Psg, focalizzandosi soprattutto sulla posizione di Simone Inzaghi. Sarà il tecnico stesso a decidere se restare e rinnovare oppure lasciare la panchina nerazzurra dopo 4 stagioni.

"La sconfitta brucia, soprattutto per le proporzioni. Gli attacchi anche personali, che come sempre riceve a ogni sconfitta, altro non fanno che incendiare la ferita. Quel «non so se sarà in panchina al Mondiale per club» oggi preoccupa soprattutto Marotta, che all'improvviso si ritroverebbe senza allenatore e senza l'ideale sostituto (Allegri) e dovrebbe inseguire alternative suggestive ma difficili (Fabregas) o chissà quale altra ancora".

"Qui Marotta può ascoltare Inzaghi e suggerire, ma a decidere sarà Oaktree, con politiche che restano quelle di un fondo finanziario, che prima deve fatturare e poi se possibile vincere. L'aria è già cambiata, Sucic e Luis Henrique sono i primi passi della svolta, ma il mercato dell'Inter (ora che i conti sono stati risanati anche grazie ai risultati di Inzaghi) diventerà simile a quello del Milan, non sarà mai il mercato del PSG. Inzaghi avrà voglia e forza per ricominciare un altro ciclo?".

"Ricordiamo una volta di più che l'Inter va al Mondiale per club non per grazia ricevuta o per semplice blasone, ma solo grazie ai risultati che con Inzaghi ha ottenuto nelle 3 precedenti edizioni di Champions League. Eppoi le due finali in 3 stagioni: restano meriti, e non è colpa averle perse. Vergogna e tradimento, la batosta di Monaco ha scatenato l'esercito dei colpevolisti, quelli cui evidentemente sfugge il senso dello sport. Uno vince, ma arrivare secondi non è mai un fallimento, nemmeno nella stagione degli zero titoli".


"La verità resta che l'Inter si è consumata inseguendo tutto e ottenendo nulla. Lo scudetto resta un rimpianto, troppe le occasioni perse, una in più del Napoli, che pure l'ha meritato. Colpa di Inzaghi? O colpa di una squadra vecchia e a fine corsa, di un mercato a costo zero da almeno due anni e mezzo? Di zero alternative alla ThuLa? Se in Italia la storia della doppia squadra è una favola, in Europa, diventa una barzelletta, solo che non sempre fa ridere. L'Inter è arrivata in finale per merito, perché è stata migliore sia del Bayern sia del Barcellona. Migliore, non più forte. Col PSG la maschera è caduta, altro che vergogna o tradimento".

(Il Giornale)