Il regista turco in quella occasione aveva sofferto particolarmente il fatto di doversi giocare la finale di Champions praticamente in casa, nella sua Turchia, e non era riuscito a essere all’altezza delle enormi aspettative maturate alla vigilia. Inoltre nel classico trio di centrocampo dell’Inter mancava Mkhitaryan, non al meglio per via di un infortunio, e l’ex Milan giocando da mezzala non aveva inciso in termini di giocate e cambio di passo nella zona nevralgica del campo. Poi a sei minuti dal termine era stato rimpiazzato dall’armeno nel vano assalto finale alla ricerca del pareggio. Insomma, una serata da dimenticare con la possibilità di cancellarla definitivamente sabato contro il Psg.
Tra due giorni c’è la possibilità di prendersi una vera e propria rivincita, che per Calhanoglu significherebbe mettersi in bacheca il primo grande trofeo in carriera a livello europeo. A livello psicologico Istanbul aveva un significato diverso rispetto allo stadio di Monaco, dove tra l’altro il regista nerazzurro in carriera all’Allianz ha già segnato, ossia quando giocava in Bundesliga con il Bayer Leverkusen nella stagione 2016/17".
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