In quel caso era stato il derby a insinuarsi nella testa interista, generando un po’ di presunzione ma soprattutto quel pizzico di superficialità che non perdona. Stavolta l’elefante nella stanza dello spogliatoio all’intervallo è quello del Bayern. Questo non è un alibi, anche perché l’Inter pur avanti con i gol di Darmian e Thuram, non è così dominante nemmeno nel primo tempo nel quale Chivu sbaglia a mettere Almqvist su Dimarco («Ho chiesto scusa a lui e alla squadra» dice alla fine il tecnico ex interista).
"Ma Lautaro al rientro dall’infortunio sembra indietro, Calhanoglu mezzala non è così ispirato e al di là di tutto la squadra di Inzaghi sciupa con troppa superficialità la mole di gioco che costruisce: un difetto già visto anche questo. Il problema, in una fase così complicata da gestire dal punto di vista fisico e mentale, sembra amplificato da certe scelte fatte a tavolino e non adattate al momento della partita: né Calhanoglu, né Dimarco, né Lautaro possono permettersi di giocare 90’ a tre giorni dalla Champions, è vero. Ma toglierli al 65’, col Parma caricato dal gol appena segnato e dall’impatto furente dei neoentrati, manda fuorigiri l’Inter. Lasciandola a leccarsi le ferite e a guardarsi dentro. Con una gara ogni 72 ore non è la prima volta e forse non sarà l’ultima. L’importante è non scherzare troppo con il fuoco", aggiunge il quotidiano.
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