Fare strada in Champions e provare a riportare in Italia — da unica italiana in corsa — un trofeo che manca da 15 anni e che allora era stato alzato al cielo proprio dall’Inter, è il grande obiettivo che mette tutti d’accordo. Dal fondo Oaktree che inaugurerebbe la prima stagione da proprietario del club con un successo storico, al presidente Beppe Marotta, che quel sogno lo ha cullato nella finale del 2023 (e prima ancora, per due volte, da ad della Juventus), fino logicamente alla squadra.
"E allora forse non è un caso che tutte le imperfezioni dell’Inter in campionato siano sparite puntualmente ogni volta che le casse dello stadio diffondevano l’inno della Champions. In Europa Inzaghi ha spesso ruotato, dando spazio alle seconde linee, e ha ottenuto ottime risposte. La difesa, troppe volte distratta in A, in coppa ha concesso la miseria di una rete (nessuno come i nerazzurri). Approccio e gestione delle partite, tallone d’Achille in Italia specialmente negli scontri diretti, sono stati sempre da manuale, ad eccezione del ko di Leverkusen. E capitan Lautaro, ossessionato dalla grande coppa come e più dei compagni, si è congedato dalla prima parte della competizione con una tripletta al Monaco, la prima in carriera in Europa", aggiunge Gazzetta.
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