"Niente like , l’Inter ha chiuso una stagione da pollice verso, un’annata sportivamente fallimentare. Si pensava che il secondo storico Triplete fosse possibile, ma i titoli sono volati via uno dietro l’altro. Si possono mettere i cuoricini alla vittoria in casa del Bayern e al 4-3 nel ritorno contro il Barcellona a San Siro. Sono però ricordi che scivoleranno via come lacrime dentro la pioggia, il 5-0 di Monaco li ha azzerati". Apre così l'articolo, duro, de La Gazzetta dello Sport sulla stagione dell'Inter.


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Gazzetta dura: “Stagione Inter fallimentare. Inzaghi parlava di percorso ma…”
Riavvolgendo il nastro, si parte dalla Supercoppa Italiana, persa in rimonta in finale contro il Milan. "L’Inter derubrica la tempesta di sabbia a incidente di percorso, parola che Simone Inzaghi ama ripetere: godiamoci il percorso, abbiamo fatto un bel percorso. Peccato che a volte sul percorso si creino incidenti. Un derby perduto male, con presunzione e superficialità. La notte di Riad contiene i germi della disfatta di Monaco di Baviera, ma nessuno lo sa né può immaginarlo", il commento de La Gazzetta.
Si passa poi per la semifinale di Coppa Italia persa contro il Milan fino allo scudetto che è sfumato in Inter-Lazio alla penultima giornata. "L’Inter è la squadra più forte, la più strutturata, la più matura, e ha la rosa più profonda . Prima del campionato e anche durante, quasi tutti pronosticano lo scudetto all’Inter. All’inizio pochi cambiano idea, nonostante qualche scricchiolio emerga già all’esordio, contro il Genoa a Marassi, un 2-2 sorprendente. L’Inter però lo scudetto lo butta via in primavera. Perde per 1-0 nella fatal Bologna, che già era costata lo scudetto del 2022, “regalato” al Milan di Pioli. Gol di Orsolini all’ultimo secondo, su rimessa laterale, dettaglio rivelatore di deconcentrazione. È il pomeriggio di Pasqua e il Napoli, vittorioso a Monza il giorno prima, festeggia l’aggancio al vertice. Quasi un mese dopo, la seconda chance: a San Siro, contro la Lazio, l’Inter sta vincendo; a Parma il Napoli non si schioda dallo 0-0. A una giornata dalla fine, l’Inter ha la grande occasione del controsorpasso e la sciupa, si fa raggiungere da Pedro al 90’. Il Napoli resta primo e la settimana dopo si prende il titolo. Non si sprecano così gli scudetti. L’Inter a Monaco non avrà il paracadute di un bene rifugio a cui aggrapparsi nel caso andasse male. Le vibrazioni non sono eccellenti. Salta fuori l’interessamento dell’Al Hilal per Simone Inzaghi, si dice che la moglie dell’allenatore, Gaia Lucariello, sia andata in missione a Riad per esplorare la nuova location , per individuare la casa e la scuola per i figli", il commento della Rosea.
La doccia fredda, poi, con la finale di Champions persa 5-0: "Alla vigilia della finale, l’aria è strana. Alla domanda sul futuro di Inzaghi, né il diretto interessato né Lautaro e Barella rispondono con nettezza, prevale la linea dell’evasività. Qualcosa sta accadendo o è già successo, e Inzaghi non è un maestro di comunicazione come José Mourinho. Anche nel 2010, prima della finale, si sapeva che Mou se ne sarebbe andato, ma l’atmosfera era diversa, il gran portoghese irradiava sicurezza e convinzione. A Monaco, il giorno prima assomiglia a un giorno dopo da perdenti, si avverte un’atmosfera moscia. L’Inter si arrende senza condizioni al Psg, un 5-0 umiliante. Inzaghi va all’Al Hilal".
E infine il Mondiale per Club, concluso con una sconfitta col Fluminense agli ottavi ed una sfida dialettica tra Lautaro e Calhanoglu.
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