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Inter, a Monaco il manifesto dell’Inzaghi-ball: 2′ di possesso e 12″, le soluzioni

Inter, a Monaco il manifesto dell’Inzaghi-ball: 2′ di possesso e 12″, le soluzioni - immagine 1
Contro il Bayern i due gol sono arrivati con un lungo possesso e in verticale: stile di gioco e segreti dei nerazzurri
Alessandro De Felice Redattore 

Una vittoria che va oltre il risultato, quella conquistata dall’Inter sul campo del Bayern Monaco. Un successo che non si spiega soltanto attraverso il punteggio, ma che si comprende nel suo pieno significato osservando la prestazione offerta dai nerazzurri.

In casa di una delle squadre più temute d’Europa, seppur non nella sua miglior versione, la formazione di Simone Inzaghi ha mostrato il volto più autentico e maturo del proprio calcio, confermando una crescita ormai inarrestabile e imponendo, per lunghi tratti, la propria impronta tattica.


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In Europa l’Inter è tra le squadre più ammirate per identità e stile, mentre spesso in patria non riceve eguale riconoscimento: come evidenzia il Corriere dello Sport, la gara di Monaco ha rappresentato l’espressione più compiuta del cosiddetto Inzaghi-ball.

L’attuale Inter è frutto di un percorso cominciato quasi quattro anni fa, quando Simone Inzaghi fu chiamato a raccogliere l’eredità tecnica e caratteriale lasciata da Antonio Conte. Un compito tutt’altro che semplice, che nel tempo si è trasformato in un progetto solido e progressivo. L’evoluzione della squadra è evidente se confrontata con le due sfide contro il Bayern nella fase a gironi della Champions League 2022/23, entrambe concluse con un secco 2-0 a favore dei bavaresi.

Allora non ci fu partita, mentre oggi il divario si è azzerato, anzi si è ribaltato. Il Bayern ha sicuramente attaccato di più, ma è stata l’Inter a dettare il ritmo, alternando con intelligenza le fasi del gioco, cambiando veste a seconda del momento. Si è difesa con ordine nei momenti difficili e ha colpito quando si è aperto il varco giusto, non solo in contropiede, ma anche attraverso il controllo del pallone.

I due gol messi a segno dai nerazzurri raccontano meglio di qualsiasi analisi la doppia anima dell’Inter targata Inzaghi. Il primo, firmato da Lautaro Martinez, nasce da un lungo possesso palla durato due minuti. La squadra ha gestito con pazienza la costruzione dal basso, coinvolgendo tutti i reparti e perfino il portiere Sommer, fino ad arrivare alla penetrazione decisiva di Carlos Augusto sulla sinistra.

Una manovra studiata, rifinita nei dettagli e perfettamente eseguita. Il secondo gol, invece, rappresenta il volto opposto ma complementare di questa Inter: dodici secondi dal primo passaggio in uscita di Sommer fino alla conclusione vincente di Frattesi. Un’azione fulminea, nata immediatamente dopo il momentaneo pareggio del Bayern, che ha messo in luce la capacità della squadra di reagire con lucidità e precisione, senza smarrire il filo del gioco.

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È in questi momenti che emerge un altro aspetto fondamentale: la forza mentale. Nei minuti finali, prima ancora della rete di Müller, la fatica cominciava a farsi sentire nelle gambe degli uomini di Inzaghi. Nonostante ciò, la squadra non ha mai perso la sua compattezza. È rimasta coesa, fedele alla propria identità, trovando nella struttura del suo gioco le energie per resistere e rispondere. Questo spirito, costruito nel tempo e alimentato dalla consapevolezza nei propri mezzi, è ciò che tiene viva l’Inter su tutti i fronti: campionato, Champions League e Coppa Italia.

A Monaco non è andata in scena solo una vittoria importante. È andata in scena una dimostrazione di maturità, tecnica, strategia e spirito collettivo. L’Inzaghi-ball, nella sua versione più completa, ha avuto il palcoscenico che meritava. E se questa è la rotta, allora il finale della stagione potrebbe riservare ancora molte sorprese.