L'Inter si è conquistata la finale di Champions League, la seconda in tre anni. "Ma non è da una coppa che si giudica una grande squadra", scrive Il Giornale spiegando che "Una finale di Champions League può dare il senso più profondo, compiuto a una stagione. A prescindere dall’esito. Vale sempre, a maggior ragione per la cavalcata di questa Inter sugellata dalla nota epica contro il Barcellona. Eliminando la seconda potenza dopo il Bayern. Nella narrazione superiori all'Inter ma solo nelle individualità e non nella solidità della squadra sublimata dai recuperi di Thuram e Dumfries. Un'organizzazione che ha un nome e cognome, Simone Inzaghi. Due finali di Coppa Campioni in tre stagioni lo inseriscono di diritto nell'élite degli allenatori. Ha già vinto anche senza scrivere il nome nell'albo d'oro. Non ce ne voglia Conte", si legge.
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Il Giornale – Inter, perché Inzaghi ha già vinto comunque
Il quotidiano parla della finale conquistata dai nerazzurri contro il PSG e dei meriti del mister nell'organizzazione di un gruppo che non è secondo a nessuno

"Inter-Barcellona 4-3 è leggenda, un altro Italia-Germania 4-3 che poi non si sublimò nella Coppa del Mondo ma questo non gli impedì di attraversare decenni ispirando film e libri. Nello sport moderno tutto questo è elevato all'ennesima potenza: non solo per l'attenzione spasmodica ai bilanci, perché i 150 mln che finiscono nelle casse dell'Inter sono un trionfo. È così, che piaccia o no. Una filosofia che mette uno scudetto sullo stesso piano addirittura di una finale della più nobile delle coppe continentali. Ovvio che il tifoso interista aspetti la finale di Monaco per alzare la Coppa", conclude il quotidiano.
(Fonte: Il Giornale)
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