Inter-Lazio, i tre duelli che potrebbero deciderla. “Chivu sa bene che…”

[tps_title]DUELLI[/tps_title] Inter-Lazio è il big-match di giornata di Serie A e inevitabilmente una partita così sarà decisa dai duelli. La Gazzetta dello Sport ne presenta diversi. [tps_title]DUMFRIES-MARUSIC[/tps_title] "C’è un duello, ai lati della partita, che può diventare centrale: se Adam Marusic non troverà le misure per arginare lo strapotere di Denzel Dumfries, la fascia destra dell’Inter potrebbe diventare presto il piano inclinato sul quale spingere la partita nella direzione giusta. Perché DD è un martello che picchia duro più o meno da un anno e mezzo e che, soprattutto, non si rilassa mai: né quando c’è da spingere, ovviamente, né quando serve alzare la guardia dietro. Era il suo punto debole, sta diventando un altro punto di forza e Chivu lo sa: nella sua Inter democratica ruotano tutti, ma con Dumfries si fa fatica, senza di lui non è la stessa cosa (anche perché il presunto vice, Luis Henrique, non ha fatto nulla finora per mettere in difficoltà l’allenatore). Nel 3-5-2 nerazzurro, Dumfries è diventato ormai un punto di riferimento: le sue discese sono una fonte di cross per i compagni ma anche una via alternativa per attaccare la profondità, il suo strapotere fisico è un’arma anche sui calci piazzati. Il faccia a faccia con Marusic è figlio della solita parabola vissuta dall’esterno della Lazio: il montenegrino inizia la stagione per fare il suo ruolo, ovvero terzino destro, poi finisce per tappare le falle che si aprono a sinistra. Tavares è fermo ai box (torna dopo la sosta), Pellegrini non è al meglio e allora tocca a Marusic. Che è un giocatore esperto e giudizioso: l’avversario ideale da opporre a Dumfries" [tps_title]CALHA-CATALDI[/tps_title] "Il cuore di questo Inter-Lazio pompa il meglio della sfida di stasera: ci sono le idee e i gol di Calhanoglu — 5, più di Lautaro, di Thuram, più di tutti in Serie A dopo i primi 10 turni — e ci sono le giocate e il ritmo di Cataldi. E allora occhio alle mosse e alle contromosse dei due registi: dalla sfida a distanza tra Calha e Cataldi, che in alcune occasioni potrà diventare un faccia a faccia, passerà parecchio della partita. L’Inter di Chivu è nata senza Calhanoglu, infortunato al Mondiale per club e a lungo tentato dalla corte del Galatasaray, ma è con il turco nel motore che il romeno ha cominciato ad accelerare. Sembra un paradosso, ma è il segreto della rinascita: Calha si è messo alle spalle il momento più delicato della sua storia in nerazzurro, ha lavorato di testa, e sempre grazie alle motivazioni si è rimesso alla guida dell’Inter. Chivu, poi, ha toccato le corde giuste: gli ha chiesto più sacrificio in fase di copertura, ma gli ha anche concesso più libertà al tiro, e il risultato è sotto gli occhi di tutti: in 8 presenze di A, Hakan ha già segnato tanti gol quanti ne aveva fatti in 29 partite della stagione passata, ma la sua presenza al centro dell’Inter è indispensabile anche perché Calha non è mai stato così “muscolare” come adesso. A farne le spese potrebbe essere proprio Cataldi: un Calhanoglu particolarmente aggressivo può aiutare a chiudere subito i rubinetti della creatività laziale", si legge su La Gazzetta. [tps_title]ISAKSEN-BASTONI[/tps_title] "Alla serata di gala a San Siro si va eleganti, poi le scelte dipendono dal gusto. Gustav Isaksen va sul classico — ala destra che ti punta, dribbla, va sul fondo o cerca la porta —, Alessandro Bastoni stupisce per originalità: è un centrocampista nel corpo di un difensore. Per questo, uno dei corridoi di Inter-Lazio può trasformarsi in un red carpet che fa tendenza: dall’incrocio di stili nascerà senz’altro qualcosa di bello. Sull’attitudine offensiva, Bastoni ha costruito le sue fortune e quelle dell’Inter: con Dimarco ha costruito una catena di livello europeo, in grado di sfinire gli avversari sul fianco destro tra cross, assist e gol. Una volta arrivato all’Inter, Chivu ha perfezionato il marchingegno: «Mi ha chiesto meno discese ma con più qualità», ha raccontato Bastoni. Il piano ha funzionato, anche perché l’azzurro così si gestisce meglio: più lucidità nelle scelte offensive come pure quando c’è da presidiare gli assalti alla sua area. Il compito stasera si annuncia complicato, perché dopo tre mesi passati a scrutare l’orizzonte in attesa di guarire dalla mononucleosi, Isaksen è tornato per riprendersi il tempo perduto con gli interessi, ed è stato subito decisivo: migliore in campo contro Juve e Cagliari (con l’aggiunta del gol spacca-partita nella seconda gara). A San Siro il danese insegue nuovi acuti, e se è in giornata può essere incontenibile. Bastoni, però, sa esaltarsi proprio quando il livello si alza, per conferma chiedere a Yamal e Olise", la chiosa della Rosea.