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L'Inter ha tradito in tutti i suoi giocatori. Nessuno è stato all'altezza dell'appuntamento, nessuno ha onorato la finale di Champions. Persino i leader della squadra sono scomparsi sotto le bordate del Psg.
"Nicolò Barella s’è palesato in zona mista poco prima della mezzanotte con un giacchino nero e un volto stanco fiaccato dall’amarezza, segnato dalla seconda cicatrice della sua carriera sportiva: un’altra finale di Champions persa. Il 23 nerazzurro, solitamente uno degli ultimi a mollare, ieri è stato tra i più deludenti. A un certo punto, nella ripresa, ha sparato in curva un destro da fuori area. Una cosa non da lui. Ai tifosi ha chiesto di «non abbandonare la squadra», anche dopo un ko che ti segna a vita e ti fa capire come convivere con delusioni sportive così marcate", si legge su La Gazzetta dello Sport.
Questo il suo appello dopo i cinque colpi di mannaia del Psg all’Allianz Arena. Non è l’aver perso una finale, è il “come” averla persa. L’Inter non è stata in partita, mai pericolosa, mai arrembante. Una manita senz’alibi che impone solamente una domanda, ora: cos’è successo? E bisognerà chiederla ai leader. Barella ci ha messo la faccia per primo.
"Oltre alla ThuLa, mai in partita e di conseguenza mai pericolosa, i nerazzurri pagano le disattenzioni di un Dimarco troppo distratto: suo l’errore in occasione del primo gol, sua la deviazione sfortunata nel raddoppio. E infatti il laterale mancino è stato il primo giocatore sostituito (insieme a Pavard) e al suo posto è entrato Zalewski. Si aggiunge Dumfries, la versione opaca dell’esterno che aveva infilato il Barcellona", analizza il quotidiano.
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