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L’Inter è chiamata a rimettere insieme i cocci e in fretta dopo la clamorosa debacle in finale col Psg. Perché la stagione non è finita, la Champions è alle spalle ma all’orizzonte c’è il Mondiale per Club. Il primo nodo da sciogliere riguarda il futuro della panchina: Simone Inzaghi resta o no?
"Simone dice che è presto e che bisognerà parlare di futuro con calma, ma anche che «bisognerà ripartire insieme». Non spiega però se negli States lui ci sarà. Il presidente Marotta gli rinnova la fiducia: «Ho sempre detto che ci saremmo visti la prossima settimana. Ha un contratto di un anno, ha dimostrato di essere all’altezza del ruolo, tanti meriti dei nostri traguardi, quasi tutti, vanno ascritti alla sua professionalità. Non è una serata negativa che cancella tutto».
"Simone non allontana i dubbi. Ha già deciso cosa fare? «Vedremo nei prossimi giorni con la società, dopo una finale, la seconda in tre anni, c’è troppa delusione amarezza per cercare di pensare, ci sarà tempo per parlarne con calma. I dirigenti sono stati nello spogliatoio, provano amarezza, ma sono sempre molto presenti». Il risultato è pesantissimo: «I primi a saperlo siamo io e i ragazzi, non è stata la vera Inter. Sono orgoglioso del percorso, il Psg ha meritato di vincere la Champions, è una squadra più forte di noi. Dovevamo essere più bravi di loro stasera e non ce l’abbiamo fatta, abbiamo approcciato male la gara, dopo il gol ci siamo allungati e abbiamo facilitato il loro compito. Questa sconfitta brutta non cancella quello che abbiamo fatto per arrivare a Monaco".
"Dovevamo fare meglio, io per primo. Zero titoli, è vero, ma ai ragazzi dico che sono stati bravissimi lo stesso. C’è delusione, arrabbiatura». Poi una frase a chiudere la conferenza che sembra un'apertura: «Si ripartirà da una società forte che ha già chiuso due acquisti e altri ne farà. Ci siamo già passati, le finali perse lasciano un segno, bisognerà ripartire insieme. Dalle sconfitte si esce più forti».
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