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"Se gli spogliatoi sul lago avessero avuto un’altra metratura, già nella pancia del Sinigaglia i dirigenti interisti avrebbero detto ai giocatori qualcosina in più, con la teatralità che meritava il momento di sommo sconforto. Ma in attesa della ristrutturazione promessa dal presidente Suwarso, lo stadio di Como non è spazioso quanto San Siro, e allora ci si è fermati solo a qualche semplice pacca sulla spalla: non cancellerà certo la delusione tremenda della banda di Inzaghi, ma comunque aiuta nel far ripartire un gruppo ferito". Apre così l'articolo de La Gazzetta dello Sport in merito alla reazione in casa Inter dopo l'amarezza per il secondo posto finale in campionato alle spalle del Napoli.
Inzaghi ha concesso due giorni di riposo alla squadra che tornerà ad Appiano domani per il media-day. "Se ci sarà l’occasione in mezzo al trambusto, lo stato maggiore vorrà usare nel segreto della Pinetina una semplice parola, la più importante in certe occasioni: grazie. Prima di ogni cosa, i dirigenti interisti intendono ringraziare alla ripresa il gruppo e l’allenatore: è una stagione da ricordare, comunque finisca a Monaco e nonostante sia fresca e bruciante la ferita napoletana. Sotto sotto, senza mostrarlo poi troppo all’esterno, la squadra ci ha sperato, almeno fino al momento della sentenza di McTominay. Anche per questo, alla fine, lo spogliatoio era deluso come poche altre volte", commenta La Gazzetta.
Al termine di Como-Inter, i giocatori nerazzurri sono rimasti ad ascoltare i tifosi presenti al Sinigaglia, restando poi in silenzio per alcuni minuti. "Poca la voglia di parlare, tristezza strisciante, ma anche un naturale moto di autocritica", ammette il quotidiano che poi aggiunge: "A Como il “mea culpa” è stato accompagnato immediatamente dalla voglia di rivincita: più che di scudetto, si è subito parlato di Monaco, la finale dei sogni che potrebbe asciugare qualsiasi lacrima. «Ci giochiamo la partita più bella del mondo...», ripetono da giorni i nerazzurri: a muoverli non è solo la consapevolezza della grandezza dell’evento, ma anche il fatto che questo privilegio, sudato sul campo, appartenga a pochi, pochissimi nella storia. Solo due squadre avranno addosso gli occhi del mondo sabato prossimo e una di queste è l’Inter di Inzaghi, capace di domare prima un grande Bayern e poi un grandissimo Barcellona. È tempo che la rabbia ceda il posto all’orgoglio", la chiosa del quotidiano.
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