Un problema centrale evidenziato è la mancanza di un giocatore capace di saltare l’uomo, ovvero di superare la marcatura e creare superiorità contro difese ben organizzate.
Gli avversari, come Conceicao nel derby e Palladino, hanno adottato sistemi tattici come il 4-4-2 o varianti 4-4-1-1, che potenziano le fasce e impiegano un uomo in più per bloccare i costruttori di gioco come il regista e Bastoni.
Di conseguenza, nonostante un possesso palla elevato (ad esempio il 72% a Firenze), l’efficacia offensiva è risultata scarsa (soli 2 tiri diretti), anche se Inzaghi ha impiegato tutti gli attaccanti disponibili.
Per colmare questa lacuna, in estate si era ipotizzato l’arrivo di Gudmundsson e, nell’ultima finestra di mercato, si era valutata l’idea di procedere con Marco Asensio in caso di partenza di Arnautovic.
Paradossalmente, Inzaghi sembrava aver trovato una soluzione in Correa, che, dopo una prestazione brillante a Verona, ha purtroppo ricaduto in problemi fisici ancora irrisolti.
“Arnautovic e Taremi rappresentano la perfetta fotografia di cosa non vada nell’attacco dell’Inter: sono in là con gli anni (l’iraniano il 18 luglio ne compirà 33, l’austriaco il 19 aprile dirà 36) e non hanno nel dna la capacità di saltare l’uomo” sentenzia Tuttosport.
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