"Che l'ultimo jolly scudetto fosse volato via, l'Inter lo aveva già capito domenica scorsa contro la Lazio, con il rigore del 2-2 assegnato per il gomito fuori posto di Bisseck. E non a caso era rimasta in silenzio, a fare il conto degli errori che sono costati il titolo numero 21. A partire dai propri, ovviamente, perché questa è una squadra che ha sempre cercato poco gli alibi e che sa bene di non essersi mai espressa in questo torneo ai livelli mostrati in Champions. Anche per alcuni limiti strutturali evidenti in attacco, sui quali a gennaio la proprietà ha deciso di non intervenire, mettendone in conto le conseguenze.
Ma c'è da fare anche il conto degli errori altrui, soprattutto quello di Fabbri che è costato la sconfitta contro la Roma, anche se nessuno può sapere se il rigore eventualmente assegnato per la lunga ed evidente trattenuta di Ndicka su Bisseck (svista ammessa dai vertici arbitrali) sarebbe stato realizzato".
"Perdere un altro campionato di un punto come tre anni fa col Milan fa comunque male. Molto. E se è vero che la Champions ha pesato tanto sul calendario, i punti che hanno fatto la differenza, nel campionato del ciapanò, sono quelli persi nelle prime giornate a Genova e Monza e soprattutto quelli di Parma – da 0-2 a 2-2. Al Tardini a inizio aprile l'Inter si è giocata il possibile +6 ed è stata poi risucchiata nel gorgo delle quattro partite durissime contro Bayern e Barça, inframmezzate dal derby perso in Coppa che le hanno depredato energie in quantità industriale. Perché l'epica ha sempre un prezzo. E sabato sapremo definitivamente quale".
© RIPRODUZIONE RISERVATA



/www.fcinter1908.it/assets/uploads/202507/999cbc080ddf16c8f068dec67d58ddc1.jpg)


