"Ha messo in campo tutti i centimetri e i chili possibili temendo l’impatto fisico dell’Inter (anche sulle palle ferme) e piazzando l’unico piccoletto, Conceiçao, a infastidire l’unico piccoletto degli altri, Dimarco (e fastidio ne ha dato). Dumfries ha fatto carne di porco del povero Savona anche se poi, per un motivo o per altro, tutto è rimasto a livello di intenzioni, o perché l’olandese sbagliava la rifinitura o perché quando ha rifinito bene Lautaro ha sciaguratamente fallito l’esecuzione del tiro (due gol se li è proprio mangiati) o ancora perché, quando si è stufato, ha deciso di tirare ma ha centrato il palo".
"L’Inter aveva misteriosamente smesso di martellare il fianco debole dell’avversario che così si è riorganizzato anche di là, ma la vera differenza s’è fatta nella zona di mezzo, perché Thuram e Koopmeiners hanno via via avanzato il loro raggio d’azione, aumentato ritmi e intensità: è questo, più di tutto, che ha schiantato l’Inter, costantemente monocorde nel suo incedere tendente alla lentezza. La sfida ha smesso di essere un fatto di tecnica, poiché i nerazzurri non hanno più potuto far correre la palla (e la stavano facendo correre bene) e non hanno compensato mettendosi a correre loro, ed è diventata una questione di piccole conquiste".
(Repubblica)
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