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Inter a due velocità: spietata in Champions, umana in Serie A. Ma nel laboratorio di Appiano…

Inter a due velocità: spietata in Champions, umana in Serie A. Ma nel laboratorio di Appiano… - immagine 1
Ogni tanto, anche inconsciamente, la squadra nerazzurra alza il piede dall'acceleratore, soprattutto in campionato quando sa di essere più forte
Andrea Della Sala Redattore 

Difficile mantenere sempre il rendimento costante giocando una volta ogni tre giorni. L'Inter ci prova ma è inevitabile qualche calo di tensione. Ogni tanto, anche inconsciamente, la squadra nerazzurra alza il piede dall'acceleratore, soprattutto in campionato quando sa di essere più forte.

"Per la maggior parte del popolo nerazzurro la notte dell’Allianz Arena, però, resta un gioiello da tramandare ai posteri. La gioia è talmente grande da anestetizzare ogni dolorino sentito nel campionato in cui, comunque, Inzaghi comanda la corsa. La gloria celeste vissuta contro il Bayern potrebbe sembrare inconciliabile con la caduta improvvisa negli inferi di Parma ma, invece, i due estremi si tengono insieme: sono due facce di uno stesso medaglione. Una è il prezzo che l’Inter ha deciso di pagare per l’altra: il costo è considerato “sostenibile” fino a quando la classifica continuerà a segnare questo +3. Insomma, in viale della Liberazione e nel laboratorio di Appiano nessuno è stupito di una differenza così grande di prestazioni a 3 giorni di distanza, anzi tutto era perfino atteso. Pubblicamente e in privato, il club (in ogni componente) sostiene che sia impensabile stare sul pezzo, allo stesso modo, per 47 gare di fila", spiega La Gazzetta dello Sport.


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"La soglia di attenzione nerazzurra sale al massimo livello nelle notti europee, quando il gruppo sa di non potersi concedere alcuna sbandata. In Italia, invece, quasi inconsciamente, la stessa squadra pensa di poter portare la nave in porto col minimo sforzo: a volte riesce, a volte no. Giocare un tempo come con l’Udinese o 30’ col Monza è bastato, anche se a fatica, ma ci sono casi in cui spegnere la luce per 45’ porta piccole, grandi macerie. I punti buttati via a Parma sono lì a certificarlo, ecco il rischio sensibile del calo di tensione in patria. Spesso, poi, lo stesso atteggiamento molle, sconosciuto in Champions, in A si è visto negli scontri diretti. Isolando solo le sfide alle prime 8 della classifica, l’Inter ne ha vinte solo 5 su 11. Al contrario, in Europa, tra maxi-girone ed eliminazione diretta, i successi sono 9 su 11. La percentuale di vittoria dal 45% schizza fino all’82: il raddoppio è sfiorato.

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"L’Inter di Champions, quella che prima del Bayern aveva fermato Haaland e l’Arsenal ammazza-Real, è pure la stessa squadra sbadata vista in Emilia. In generale, certi numeri testardi confermano questo doppio binario: è davvero l’Europa a far bella l’Inter, a renderla ancor più feroce nell’argine davanti a Sommer. Basterebbe guardare il numero di volte in cui la porta è rimasta intonsa finora. In Champions 8 su 11, con una percentuale astronomica del 73% (l’Arsenal, seconda in questa mini-classifica, è tredici punti percentuali dietro), mentre in Serie A è accaduto solo nel 42% delle partite. La banda di Inzaghi in campionato prende quasi una rete a partita (0,97, i rivali del Napoli sono a 0,81), mentre in Champions la stessa media precipita a 0,27. L’Inter, che ha dimostrato a se stessa e agli altri di valere il meglio del Continente, vuole davvero dare l’assalto a tutti e tre gli obiettivi a tiri, ben sapendo di potere lasciare lungo il cammino qualcosina qua e là. Le briciole cadono più in Italia che in Europa, è un fatto psico-fisico e non certo tecnico: i nerazzurri lo hanno sempre messo in conto, sperando di continuare a tenere Conte a distanza di sicurezza", aggiunge Gazzetta.