Dalle colonne de La Repubblica, Maurizio Crosetti pone alcune domande Simone Inzaghi all’indomani di una sconfitta durissima
Dalle colonne de La Repubblica, Maurizio Crosetti pone alcune domande Simone Inzaghi all’indomani di una sconfitta durissima, che mette in dubbio tutto il suo percorso all’Inter. Dopo una stagione intensa e senza risparmi, culminata in una pesante disfatta contro il Paris Saint-Germain, l’allenatore si ritrova schiacciato da dubbi e interrogativi sul suo futuro.
"E adesso, la crudeltà della domanda e del dubbio. Simone Inzaghi è l’allenatore che ha portato l’Inter a un passo da tutto, vincendo comunque il penultimo campionato e un po’ di coppe (non quella, però), o è l’allenatore che in quattro anni ha perso male due scudetti e altrettante finali di Champions? Con la faccia e la camicia bianca, il pover’uomo è finito schiacciato da un punteggio umiliante. Ma come si passa dal sogno all’ecatombe, camminando a lungo sul filo dei millimetri? Lo sa benissimo Simone Inzaghi, che alla penultima di campionato aveva quasi strappato lo scudetto al Napoli e adesso non ha più niente in mano, un triplete al contrario".
"Era entrato nello stadio già tesissimo, Inzaghi, mordendosi le labbra, tormentando i capelli e spostando il nodo troppo stretto della cravatta. L’abbraccio con Lucho, poi il calvario senza fine. Si sbraccia per niente, alza le mani e poi le lascia cadere di colpo, sconsolato. Morde l’aria per un’ora e mezza, inutilmente, gridando a nessuno. Lo ammoniscono pure. Stavolta è un uomo solo, come ogni allenatore quando la partita spazza via la sua squadra. E forse lo sarà ancora di più da stamattina in avanti. Seconda domanda crudele, ma necessaria: ha senso che Simone Inzaghi resti all’Inter, con una squadra molto vecchia e in gran parte da rifare? Il contratto solo accennato e mai rinnovato resterà lettera morta?".
"L’Arabia lo aspetta, là sono sicuri di averlo già convinto. E ci sono altre panchine libere, altre avventure possibili. Persino la Juventus non ha ancora un nuovo allenatore, a meno che non decida di tenersi quello vecchio. È solo fantacalcio pensare a una tentazione torinese per Inzaghi? Chissà. Di certo, il tormentone contrattuale riempirà parole e spazi bianchi da oggi e per un bel po’. Simone dovrà pensarci, decidere e farci sapere. La sua lunga avventura da zero tituli , per dirla come un illustre predecessore, lascia come ultima immagine quella di una squadra inesistente e inerme, spaventata e sfinita. Simone Inzaghi ha provato a rianimarla gridando e cambiando, ma non c’erano sostituzioni possibili per un gruppo a cui sarebbe servita, semmai, una trasfusione di calcio".