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Inzaghi accusato di essere troppo aziendalista sul mercato. Quest’anno cambia tutto: sarà…

Gianni Pampinella Redattore 
Il campionato entra nel vivo con lo scontro a distanza tra Antonio Conte e Simone Inzaghi, divisi da 3 punti e una filosofia diversa

Il campionato entra nel vivo con lo scontro a distanza tra Antonio Conte e Simone Inzaghi, divisi da tre punti e da una filosofia diversa. "Da una parte, lo specialista degli scudetti, che mal sopporta le distrazioni, soprattutto quando si presentano sotto forma di coppe da giocare in settimana. Dall’altra l’allenatore che non pone limiti a sé e alla sua squadra, e se gli si chiede di scegliere fra questo e quel torneo, risponde: «Vogliamo vincere tutte le partite». Antonio Conte contro Simone Inzaghi. A separarli sono tre punti in classifica, a favore del primo, e una filosofia di vita", sottolinea Repubblica.

"In accordo col suo credo, Antonio tiene tutti sulla corda: «Di scudetti ne ho vinti e persi nelle ultime partite: serve umiltà», ammonisce. Senza Buongiorno, Neres e Juan Jesus, gli azzurri se la giocheranno con il 3-5-2 e Olivera centrale difensivo. «Siamo in Champions, è quel che volevamo. Ora proviamo l’impresa», dice Conte, che con la qualificazione all’Europa che conta ha incassato 2,5 milioni di bonus. L’Inter dei suoi migliori giocatori farà a meno per scelta. Ci sarà solo Bisseck dell’undici iniziale del Montjuic. Gli altri riposeranno, in vista di martedì. Discorso a parte merita Lautaro, uscito dolorante in Catalogna per l’elongazione dei flessori della coscia sinistra. Per il pieno recupero ci vuole una settimana, ma gli interisti, lui stesso e il suo allenatore sognano di vederlo in campo fra tre giorni. Una piccola speranza c’è".

"È proprio nelle dichiarazioni che i due allenatori — uniti dal 3-5-2 — differiscono. Se per Conte il microfono è lo strumento per chiedere pubblicamente investimenti e protezione, Inzaghi dai tempi della Lazio ha imparato che meno critichi chi ti paga lo stipendio e meglio stai. Per il mercato, esiste la camera caritatis. Quest’anno sarà più ricco del solito, anche perché i nerazzurri hanno vinto al Tas la causa contro lo Sporting Lisbona per il cartellino di Joao Mario, che sarebbe potuta costare 30 milioni. Così, se il salentino talvolta è accusato di mettere le mani avanti, il piacentino viene tacciato di aziendalismo da quei tifosi che apprezzano i tecnici dalla voce grossa, quando si tratta di convincere i padroni a tirar fuori soldi per mezzali e centravanti. Ma di mercato si parlerà poi". 

(Repubblica)