Nell’unica vera occasione però Lautaro non ha tradito, ha spinto comodamente in rete la palla che gli ha dato Dumfries, siglando il suo nono gol di questa Champions League. Per un giocatore dell’Inter si tratta di un record eguagliato, proprio come aveva fatto Hernan Crespo nell’edizione 2002/2003. Da un argentino all’altro, ma se Crespo ci era riuscito in 989’, il Toro l’ha fatto in soli 765’ registrando una media di una rete ogni 85’. Come i più grandi attaccanti in circolazione in Europa, proprio dove voleva arrivare da alcuni anni la punta nerazzurra. Il miglior Lautaro di sempre in Champions va tramandato ai posteri, ha fatto gol in tutte le partite più importanti ed è rimasto al fianco dei compagni anche ieri sera, soffrendo in panchina dopo la sostituzione prima di unirsi alla festa".
"Ha voluto esserci a tutti i costi, ha lavorato duramente ad Appiano per esserci contro il Barcellona perché questa partita la sentiva sua più di tutte le altre. Ha punito Stella Rossa, Sparta Praga, Monaco (tre volte), Feyenoord, Bayern (due volte) e Barcellona per tracciare il cammino della sua Inter verso Monaco di Baviera. Adesso non gli resta che l’atto più importante, quello della finalissima, dal momento che ha un conto aperto da due anni in virtù dell’amaro epilogo della notte di Istanbul del 2023. Se in quella edizione però aveva dato il suo contributo, stavolta si è spinto oltre e ha segnato anonostante un inizio di stagione difficile. Rispetto a due anni fa il Toro avrà l’occasione di rifarsi, di trascinare ancora la sua Inter per conquistare l’unico trofeo che gli manca in bacheca e mettere un’ipoteca importante per l’ambito Pallone d’Oro. Non solo la partita di ieri, ma in questa Champions c’è tutto Lautaro. Ha fatto gol, ha stretto i denti e ha trascinato la squadra. Dietro di lui c’è un popolo intero, che adesso sogna di completare l’opera e chiudere un cerchio che sembra perfetto", analizza il Corriere..
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