Le novità della nuova gestione sono piano piano sempre più visibili. Chivu è entrato in punta di piedi, ma sta portando il suo metodo. Nessuno stravolgimento, ma alcuni accorgimenti anche in allenamento per fare diventare l'Inter più sua: "Questione di velocità, quella che Chivu pretende nel pensiero, nel pressing e nel palleggio, tutto sempre orientato in verticale. Lo sta chiedendo con insistenza e discreto successo ai suoi: la rivoluzione soft, iniziata dal romeno appena 19 giorni fa, passa in gran parte da qui", analizza La Gazzetta dello Sport.

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Inter, il nuovo “metodo” Chivu: velocità, sedute più lunghe e intense. Preparazione da rivedere
"Meglio evitare gli “ismi”, che raramente piacciono agli uomini dell’est: non è ancora stato fondato un movimento “Chivuista”, ma il nuovo metodo di Cristian si vede già in allenamento. Ad esempio, le sedute in campo durano circa 30’ in più rispetto all’era Inzaghi, oltre l’ora e mezza, e sono decisamente più intense. Ci sarà tempo per rivedere nel profondo la preparazione fisica con il nuovo responsabile Stefano Rapetti, innovandola con dati e intelligenza artificiale – era una delle aree più conservative nella precedente gestione e per questo più volte nel mirino della società -, ma in questa coda americana bisognava solo ridestare una squadra a pezzi nel corpo e nella mente. Dopo due gare sottotono, la battaglia stravinta anche nel fisico con gli argentini assetati di sangue ha mostrato passi avanti. Del resto, gli indicatori della pressione offensiva non mentono mai: è stata portata in zona più alta rispetto alla media stagionale, esattamente quello che vorrà Chivu anche al rientro in patria".
"La palestra precedente all’allenamento è diventata, invece, una felice costante: non che prima non si facesse, ma ora è una prevenzione strutturale e generale. Nello spogliatoio c’è stato sempre un buon clima creato negli anni dal fratello maggiore Simone: Chivu lo ha ereditato e ha riprodotto subito una sintonia simile. Il carattere, però, è diverso, il nuovo tecnico ama parlare con i suoi uno ad uno, predilige colloqui individuali e mirati. Insomma, non è più tempo di senatori a vita o consigli di saggi, anzi le precedenti gerarchie potrebbero diventare variabili", spiega Gazzetta.
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